Oslo, all'Europa il Nobel della vergogna

L'Europa ritira a Oslo il premio Nobel per la pace. Proteste contro quello che è stato definito il Nobel della vergogna. [Giuliana Sgrena]

Oslo, all'Europa il Nobel della vergogna
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10 Dicembre 2012 - 17.30


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di Giuliana Sgrena

L’Europa ha ritirato a Oslo il Nobel per la pace e ha deciso che i 930.000 euro del premio saranno destinati a progetti a sostegno dei bambini nelle zone di guerra. Come a dire, con questi soldi aiuteremo le vittime dei conflitti che non siamo stati capaci di risolvere.

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La soluzione dei conflitti non passa solo attraverso aiuti finanziari, questo viene dopo, prima occorre una mediazione tra i contendenti per porre fine a una guerra. Certamente l’Europa negli ultimi anni non si è distinta per il suo ruolo nelle zone in crisi. Soprattutto da quando l’incarico per la politica estera è stato assegnato a Lady Ashton, l’Europa ha brillato per la sua assenza sul piano internazionale. Certo la debolezza dell’Europa non dipende solo da Ashton, che è stata nominata probabilmente proprio in funzione di un basso profilo. Mai come in questo momento abbiamo sentito in giro per il mondo tanta sfiducia nei confronti dell’Europa.

E allora perché assegnare il premio Nobel per la pace. Non si può nemmeno dire che abbia mantenuto la pace dentro i propri confini geopolitici (basti pensare alla ex Jugoslavia). Forse non ci sono state guerre – dopo la seconda guerra mondiale – entro i confini istituzionali dell’Unione europea, ma è ben poca cosa se si pensa che invece gli eserciti dei paesi della Ue sono spesso impegnati nelle spedizioni Nato o al seguito degli Stati uniti (Iraq e Afghanistan) fuori dai confini, e non si tratta certo, come si vorrebbe far credere, di missioni di pace.

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I Nobel per la pace sono sempre legati a scelte politiche e spesso prescindono da gesti concreti per costruirla davvero la pace, per questo era stato criticato il premio a Obama, ma perlomeno il nuovo presidente Usa rappresentava una discontinuità rispetto al passato. E se pensiamo che lo scorso anno il Nobel è stato assegnato a tre donne impegnate, due, nell’affermazione dei diritti delle donne in Africa e, la terza, nella primavera araba, la scelta di quest’anno appare ancora più paradossale.

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