da Cape Town
Rita PlanteraSono comparsi ieri davanti alla Corte di Pretoria i 19 congolesi accusati di organizzare un colpo di stato per rovesciare Joseph Kabila, l’attuale Presidente della Repubblica Democratica del Congo (RDC).
Arrrestati giorni fa dalle forze speciali antiterrorismo sudafricane nella regione settentrionale del Limpopo, alloggiavano in una fattoria con il pretesto di preparere una battuta di caccia contro i rinoceronti.
In realtà, in tenuta da rangers stavano allestendo un campo di addestramento specializzato e cercando di procurarsi armi e munizioni in cambio di concessioni privilegiate alle risorse mineriare di cui il Congo è ricco che avrebbero promesso ad agenti sotto copertura infiltratisi tra le loro file.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, che cita documenti della Corte, si tratterebbe di una cellula di una meno nota milizia ribelle, l’Union of Nationalists for Renewal (UNR), formata da circa 9.000 ribelli che vogliono destituire Kabila.
Della formazione farebbe parte anche un cittadino americano di origini congolesi, James Kazongo che a febbraio avrebbe rivelato a un agente infiltrato dell’intelligence sudafricana di voler rovesciare il governo congolese e confermato la “wish list” che gli aveva mandato via email con le richieste di telefoni satellitari, denaro contante, armi e munizioni tra cui 5000 fucili d’assalto AK-47, 1.000 granate e una quantità di missili.
L’arresto arriva al culmine di un’operazione di intelligence durata sei mesi della divisione antiterrorismo dei servizi segreti sudafricani. Infatti, stando alle prime dichiarazioni del procuratore che sta seguendo il caso, Shaun Abrahams, la polizia già a settembre 2012 avrebbe ricevuto una soffiata di un complotto dell’UNR per rovesciare Kabila e si era messa sulle tracce del gruppo grazie all’azione di agenti sotto copertura.
Secondo quanto riportato da alcuni giornali sudafricani, altri due uomini sarebbero ricercati. Si tratterebbe di Etienne Kabila, che sostiene di essere il figlio più grande dell’ ex presidente Laurent Kabila e un certo ‘’Generale Yakutumba’’, che potrebbe essere William Amuri Yakutumba, un ex ufficiale dell’esercito congolese ora a capo di una milizia anti-rwandese.
I 19 congolesi compariranno di nuovo in aula il 14 febbraio, quando il procuratore avrà modo di presentare le prove a sostegno delle imputazioni , compreso il material fotografico e audiovisivo che gli agenti avrebbero raccolto durante i loro incontri con i ribelli.
I membri dell’UNR dovranno rispondere di violazione del South Africa’s Foreign Military Assistance Act che vieta ogni tipo di attività sovversiva e mercenaria in Paesi stranieri.
Intanto, il portavoce dell’ambasciata americana Jack Hillmeyer ha fatto sapere che funzionari del consolato hanno confermato l’identità di Kazongo e la sua cittadinanza americana.
Kazongo ha negato le accuse sostenendo di essere arrivato in Sud Africa quattro giorni prima: ‘’Sono entrato legalmente in Sud Africa e ho il permesso di starci altri tre mesi, ma ora non lo voglio più’’ avrebbe detto davanti al magistrato Maryke de la Rey.
Molti dei ribelli, alcuni dei quali parlano solo francese e swahili, hanno inoltre fatto presente al Giudice durante l’udienza di ieri che era stato negato loro di contattare gli avvocati e le famiglie e hanno denunciato di essere stati picchiati dalla polizia. Quasi tutti hanno chiesto cure mediche.
Secondo fonti citate dal Daily Maverick i presunti cospiratori sarebbero tutti richiedenti asilo politico in Sud Africa e collegati a una rete internazionale di dissidenti che mirano a rovesciare il governo di Joseph Kabila. Ma, fuori dal Tribunale di Pretoria uno sparuto gruppo di dimostranti congolesi ha espresso sostegno agli arrestati considerati vittime di una trappola orchestrata ad arte. Nena News