Bergoglio e la dittatura: cosa dicono accusa e difesa

Collaborazionista, ipocrita, doppiogiochista, secondo chi accusa l'ex arcivescovo di vicinanza ai golpisti. Altri replicano: falso definirlo complice.

Bergoglio e la dittatura: cosa dicono accusa e difesa
Preroll AMP

Desk Modifica articolo

15 Marzo 2013 - 17.16


ATF AMP

Papa Francesco è conosciuto nella sua Argentina come un uomo di abitudini austere, dalle lunghe pause nella conversazione e di una qual certa reticenza nel parlare di se stesso. Per i sostenitori, questa è la prova della sua umiltà, che si sta ulteriormente manifestando che è stato ulteriormente sottolineato nei suoi primi giorni da Papa.

Top Right AMP

Per i critici, tuttavia – e ce ne sono molti nel suo paese – la sua reticenza può avere più a che fare con le accuse secondo le quali lui e la Chiesa cattolica romana furono colpevoli del peccato di omissione – e forse peggio – durante la brutale dittatura militare del 1976-1983.

Sono quegli anni bui a continuare a gettare un’ombra sull’elevazione di Jorge Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, come nuovo Vicario di Cristo, e che continuano a dividere l’Argentina.

Dynamic 1 AMP

“Non ci posso credere, io non so cosa fare, sono angosciata così tanto e così arrabbiata”, ha scritto Graciela Yorio in una e-mail pubblicata sulla stampa argentina. Nel 1976, suo fratello, Orlando Yorio, insieme ad un altro sacerdote gesuita, Francisco Jalics, furono sequestrati dai militari nei sobborghi di Buenos Aires e torturati per cinque mesi nel famigerato campo dell’Esma, una base navale dove 5.000 furono uccise dalla giunta militare.

I due sacerdoti erano dei sottoposti di Bergoglio, che è stato accusato di averli abbandonati nelle mani dei militari, dopo che i due si avvicinarono ai movimenti di sinistra.

Myriam Bregman, avvocato argentino nei processi sulle atrocità nel campo di sterminio dell’Esma, ha detto che la nomina di Bergoglio al papato l’ha lasciata confusa. “Mi sino sentita stupita e impotente”, ha detto la Bregman, che nel 2010 ha raccolto la dichiarazione di Bergoglio sul caso Jalics e Yorio. “Bergoglio si è rifiutato di venire a testimoniare in tribunale e si è avvalso della legislazione argentina che consente ai sacerdoti di scegliere il luogo dove dichiarare. Alla fine ha accettato di vederci in un ufficio a fianco della cattedrale di Buenos Aires seduto sotto un arazzo della Vergine Maria. Sembrava reticente, sono rimasta con l’amaro in bocca”.

Dynamic 1 AMP

Estela de la Cuadra co-fondatore Nonne di Plaza de Mayo è tra coloro che accusano Papa Francesco. “E’impensabile, sconvolgente dato quello che so della sua storia”, ha detto, ricordando la scomparsa della sorella rapita nel 1977 mentre era incinta di tre mesi.

“Disperati ci rivolgemmo a padre Pedro Arrupe per fare pressioni per il suo rilascio. Egli ci mandò da Bergoglio, che ci scrisse una lettera di presentazione ad un vescovo che aveva relazioni con la dittatura militare. L’unica risposta che abbiamo avuto è stata il bambino era nelle mani di una buona famiglia. Né della madre né del bambino se ne seppe più nulla”.

Per Estela de la Cuadra Bergoglio fece il minimo indispensabile. “Ho testimoniato in tribunale che Bergoglio sapeva tutto. La chiesa ha collaborato con i militari per raccogliere informazioni sulle famiglie dei desaparecidos.

Dynamic 1 AMP

Ma l’accusatore principale del nuovo Papa è giornalista Horacio Verbitsky, che ha dipinto un quadro inquietante del rapporto tra Bergoglio e i due sacerdoti che cercarono la sua protezione del loco superiore quando si sentirono in pericolo a causa del loro lavoro nelle baraccopoli a fianco dei poveri.

Secondo Verbitsky l’allora capo dei gesuiti in Argentina fece il doppio gioco. Da un lato si mostro disposto ad aiutare Yorio e Jalics, ma nello stesso tempo manifestò preoccupazione per le loro attività parlando con i militari.

Tutto vero, ma per alcuni Verbitsky ha una visione troppo semplicistica, che non tiene conto della complessità della situazione: secondo Robert Cox, giornalista britannico del Buenos Aires Herald “Verbitsky non riesce a vedere quanto sia stato difficile operare in quelle circostanze”.

Dynamic 1 AMP

Anche Adolfo Perez Esquivel, che ha vinto il Nobel per la pace nel 1980 e che ha documentato le atrocità della giunta, ha una visione simile a quella di Cox. “Forse Bergoglio non ha avuto il coraggio di altri sacerdoti, ma non ha mai collaborato con la dittatura. Bergoglio non era complice della dittatura. Non può essere accusato di questo.”

FloorAD AMP
Exit mobile version