Da Buenos Aires
Liana Mistretta
Stessa borsa da 25 anni. Stesse scarpe per anni e anni, scarpe comode per camminare, perché a Buenos Aires il cardinale Bergoglio amava andare in giro a piedi. E se si faceva sentire la stanchezza, al massimo in metropolitana o in autobus, come lo ritrae una foto che fatto il giro del mondo. Sempre tra la gente, dalla cattedrale in Plaza de Mayo ai quartieri più poveri, sempre tra chi aveva più bisogno di lui.
Come la gente di Bajo Flores, una delle zone più emarginate della città, a ridosso del Barrio Flores dove lui è nato e cresciuto. Gli abitanti del quartiere ricordano la sua modestia, mostrano le foto di lui che lava i piedi ai poveri, il giovedì santo. La foto di Papa Francesco che divide il cibo con loro. Un Papa appassionato di tango e di calcio, tifoso del San Lorenzo de Almagro, una delle tante squadre della capitale argentina. La squadra ha già messo il nome di Papa Francesco sulla maglia_ ha portato ben, il San Lorenzo è tornato a vincere. La squadra gioca e si allena proprio a Bajo Flores.
Intorno al campo, case diroccate, rifugi di cartone tra cumuli di spazzatura. Dentro lo stadio, accanto al campo del San Lorenzo, un campetto per i ragazzi del quartiere e una cappella. Calcio e catechismo, l’alternativa pensata dal cardinale Bergoglio per evitare che i ragazzi finissero tra le maglie della criminalità e del narcotraffco che hanno reso il quartiere uno dei più pericolosi di Buenos Aires.
Seguendo la strada principale, le baracche lasciano il posto a palazzine abitate dalla media borghesia della città, dal bajo si passa al barrio Flores. Anche oggi,tanti i curiosi in giro alla ricerca della casa dove è nato Bergoglio, a visitare i suoi luoghi, parlare con la gente che lo ha conosciuto e frequentato. Come la sua prima fidanzatina, Amalia. La storia che ha fatto il giro del mondo. Avevano entrambi 13 anni, lui le disse: “Se non mi sposi, mi faccio prete!. Ora Amalia, settantenne ci ride sù, ricorda con affetto Jorge a noi giornalisti che abbiamo assediato la sua casa. Di lui parlano anche le suore del Collegio Nostra Signora della Misericordia, dove papa Bergoglio ha studiato da ragazzino e dove ha continuato ad andare da arcivescovo per celebrare messa, per stare in compagnia delle suore, pranzare con loro, vegliare per una notte intera il corpo della sua ex maestra morta. Anche qui tante fotografie di Papa Francesco, prima che la Chiesa di Roma lo chiamasse a guidare e ricostruire la Chiesa di Pietro. Madre Teresa arrossisce quando mi mostra la foto del Papa che ride mentre dà la comunione all’anziana madre Dolores che gli faceva sempre delle battute spiritose, anche all’altare.
Questo è Papa Francesco per la sua gente,per gli uomini le donne e i bambini di Bajo Flores. Gente arrivata, qui, in Argentina, nelle “terre della fine del mondo”, da ogni Paese del mondo. Molti dall’Italia, come la famiglia del Papa, che è così diventato subito anche il Papa degli immigrati.
I media scavano nella vita di Bergoglio, alla ricerca di prove dei suoi legami con i militari durante la dittatura, quando lui era ancora solo un gesuita quarantenne. Una ferita ancora aperta per gli argentini. Gente semplice, grandi lavoratori che pagano ancora il prezzo dalla prima grande crisi economica di questo secolo che nel 2001 ha travolto il Paese. “Politiche economiche varate da potenti esibizionisti a svantaggio della gente comune”, denunciò l’allora arcivescovo Bergoglio.
Cattedrale di Buenos Aires. Marianna é un’anziana signora, stamattina ha aperto l’armadio e ha indossato il vestito della festa. Scende a fatica le scale della cattedrale. E’ venuta alla messa celebrata in onore del Papa. Le offro il mio braccio. Con le lacrime agli occhi mi ringrazia e mi dice: “Papa Francesco è un dono del cielo, la ricompensa per tutte le ferite inflitte al nostro Paese…”.
Liana Mistretta – Rainews24
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