Iran: il moderato Rohani vince al primo turno

Il religioso riformista ha superato il 50%: un bottino tre volte quello del suo principale rivale, il sindaco di Tehran, Mohammad Baqer Qalibaf.

Iran: il moderato Rohani vince al primo turno
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15 Giugno 2013 - 17.19


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Vittoria al primo turno alle presidenziali iraniane per il candidato moderato-riformista Hassan Rohani. Il religioso conquista, a sorpresa, oltre il 50 per cento dei consensi evitando così il ballottaggio che tutti davano per scontato. Sarà lui il successore di Mahmoud Ahmadinejad. Molto alta l’affluenza, che ha costretto la proroga di cinque ore della chiusura dei seggi.

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Rohani, sostenuto dagli ex presidenti riformisti Akbar Hashemi Rafsanjani e Mohammad Khatami, ha ottenuto il 50,68 per cento dei voti, ha annunciato il ministro degli Interni della Repubblica islamica. Un trionfo, frutto della mobilitazione di un elettorato ancora evidentemente deluso dalla forte repressione delle proteste e dalle denunce di brogli dopo le presidenziali del 2009.

A capo della delegazione per il negoziato sul nucleare, è un moderato pragmatico e ha mostrato simpatie per le posizioni dei riformisti. In campagna elettorale ha dato una buona prova nei dibattiti televisivi e ha promesso maggiori libertà di espressione sul fronte interno e aperture nei confronti dell’occidente. Era già dato in vantaggio nei pochi sondaggi prima delle elezioni.

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Come non mai quest’anno la Guida Suprema ha usato il potere di escludere dalla corsa presidenziale i candidati non graditi. Ne hanno fatto le spese alcune figure storiche del riformismo iraniano, come il navigato e discusso Rafsanjani, e tutti i candidati vicini al presidente uscente Ahmadinejad, entrato sempre più in conflitto con Ali Khamenei, da posizioni nazionaliste. Di conseguenza i voti del fronte conservatore si sono divisi tra i tre candidati più vicini alla Guida Suprema, mentre il fronte riformista si è concentrato su Rohani, anche grazie alla rinuncia di altri candidati moderati. L’ayatollah ha anche commentato su Twitter l’importanza del voto per il Paese, indipendentemente da chi sarà il vincitore: “Un voto per chiunque di questi candidati è un voto per la Repubblica islamica e un voto di fiducia nel sistema”, ha scritto sul social network.

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