Egitto, stato d'emergenza dopo la strage

Il bilancio delle vittime è da guerra: il governo dichiara 278 morti, i Fratelli Musulmani parlano di 4500 vittime. In tutto l'Egitto dichiarato un mese di stato d'Emergenza.

Egitto, stato d'emergenza dopo la strage
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15 Agosto 2013 - 10.52


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L’Egitto è ormai precipitato nel caos: la temuta mannaia dei militari, rimasta sospesa per alcuni giorni, all’alba è calata con ferocia sui presidi dei manifestanti pro-Morsi, ed è un bagno di sangue. Il bilancio è da guerra: si va dagli almeno 278 morti dichiarati dal governo, fra cui almeno 43 poliziotti, agli oltre duemila denunciati dai Fratelli Musulmani e non verificabili.

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Con due reporter internazionali e le figlie di massimi esponenti della Fratellanza uccisi, migliaia di feriti, centinaia di arresti, accuse di uso di gas letali; il ministero delle finanze dato alle fiamme, posti di polizia e chiese cristiane attaccati per rappresaglia, mentre sulle principali città è stato imposto il coprifuoco e su tutto l’Egitto un mese di stato d’Emergenza, in vigore per 30 anni sotto Hosni Mubarak e tolto solo l’anno scorso.

Ventotto cadaveri con evidenti segni di torture sono stati trovati a Rabaa al-Adawya, la piazza simbolo della rivolta dei pro-Morsi al Cairo, sgomberata con la forza dalla polizia e dall’esercito. Lo ha riferito un corrispondente di Al Arabiya in un twitter riportato dall’emittente panaraba.
Ieri il movimento integralista Jamaa Islamiya, vicino ai sostenitori di Morsi, aveva avvertito che se non fosse cambiata la situazione in Egitto si sarebbe scatenata «una rivoluzione globale in tutto il Paese».

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I Fratelli musulmani: più di 4500 morti – È di «oltre 4.500 morti il bilancio, la conta prosegue e anche l’identificazione in tre moschee, tre ospedali e due obitori»: lo ha riferito via Twitter il portavoce dei Fratelli Musulmani, Gehad El-Haddad, dopo lo sgombero delle piazze dei pro-Morsi al Cairo e gli scontri che hanno provocato altre vittime nel resto del Paese. Non è possibile verificare indipendentemente la notizia.

Mauro: Italia farà sforzi per evitare la guerra civile – «L’Italia deve fare tutti gli sforzi possibili per evitare all’Egitto il flagello della guerra civile». Lo ha detto il ministro della Difesa Mario Mauro parlando a RaiNews in collegamento dalla scuola della marina militare de La Maddalena, in Sardegna.


Questo era il bilancio delle vittime ieri
– Nello sgombero dei loro presidi al Cairo sono rimaste uccise oltre 2200 persone e che i feriti sono 10 mila. Lo riferisce l’Afp. È impossibile verificare queste cifre in modo indipendente.

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Almeno 124 sostenitori del presidente deposto Mohamed Morsi sono rimasti uccisi nello sgombero di piazza Rabaa da parte delle forze di sicurezza, ha riferito un giornalista dell’Afp sul posto che ha contato il numero dei cadaveri in tre obitori improvvisati. Questo bilancio non tiene conto delle eventuali vittime nell’altro presidio pro-Morsi, quello di Nahda. Il bilancio degli scontri fornito dal ministero della salute vede salire a 56 morti e 526 feriti in tutto l’Egitto, lo scrive la Bbc online.

Secondo le fonti dell’ospedale almeno 9 persone sono morte negli scontri nella provincia di Fayoum, a sud del Cairo, tra le forze di sicurezza e i sostenitori del deposto presidente Mohamed Morsi che avevano assediato almeno due commissariati di polizia e dato fuoco ad alcune auto. Lo riferiscono il capo dell’obitorio dell’ospedale di Fayoum, Saad Kamel.

È salito invece a sei il numero dei membri delle forze di sicurezza egiziane morti nello sgombero delle piazze pro-Morsi. Lo ha riferito la tv di Stato citando il ministro dell’Interno. I feriti sono 66.

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