L'Unicef denuncia il dramma dei bambini rifugiati

Un milione i bambini siriani costretto a lasciare il Paese a causa della guerra. L'Unicef: dobbiamo condividere questa vergogna perché la comunità internazionale ha fallito.

L'Unicef denuncia il dramma dei bambini rifugiati
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23 Agosto 2013 - 17.29


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Un milione di bambini siriani sono stati costretti a lasciare il loro Paese a causa del conflitto. A denunciare il loro dramma è l’Unicef. «Questo milionesimo bambino rifugiato non è solo un altro numero. È un vero bimbo in carne ed ossa strappato alla sua casa, forse anche alla famiglia, e che si trova di fronte ad orrori che possiamo solo iniziare a comprendere», ha dichiarato il direttore esecutivo dell’agenzia Onu per l’infanzia, Anthony Lake.
«Noi tutti dobbiamo condividere questa vergogna perché la comunità internazionale ha fallito nelle sue responsabilità davanti a questi bambini», ha aggiunto Lake, citato dall’agenzia d’informazione “Dpa”.

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«I giovani in Siria stanno perdendo le loro case, i loro familiari e il loro futuro», ha spiegato l’Alto Commissario di Unhcr, Antonio Guterres, secondo cui è «in gioco la sopravvivenza ed il benessere di una generazione di innocenti». Secondo gli ultimi dati a disposizione, il prezzo pagato dai bambini per il conflitto in Siria è altissimo. Circa 740mila rifugiati ha infatti meno di 11 anni. Inoltre, ci sono due milioni di minorenni sfollati all’interno del Paese e l’Onu stima che almeno in 7mila sono stati uccisi.

Lo sconvolgimento fisico, la paura, lo stress e i traumi subiti da così tanti bambini – ha sottolineato poi l’Unicef in una nota – rappresentano tuttavia solo una parte della crisi che colpisce questa parte di umanità. Entrambe le agenzie evidenziano infatti le minacce che il lavoro minorile, i matrimoni precoci, il potenziale sfruttamento sessuale e il traffico di esseri umani pongono sui bambini rifugiati. Oltre 3.500 bambini hanno attraversato la frontiera siriana per cercare rifugio in Giordania, Libano e Iraq non accompagnati o separati dalle proprie famiglie. La più imponente operazione umanitaria nella storia ha visto Unhcr e Unicef mobilitare il loro sostegno in favore di milioni di famiglie e bambini colpiti dalla crisi. Ad esempio oltre 1,3 milioni di bambini nelle comunità di rifugiati e nelle comunità d’accoglienza nei paesi limitrofi quest’anno ha potuto essere sottoposto alla vaccinazione contro il morbillo grazie al sostegno garantito dall’Unicef e dai suoi partner. Quasi 167mila bambini rifugiati hanno ricevuto assistenza psico-sociale; oltre 118mila bambini e adolescenti hanno potuto proseguire il loro percorso d’istruzione all’interno o all’esterno di strutture scolastiche ufficiali; oltre 222mila persone hanno ricevuto una fornitura d’acqua. L’Unhcr ha registrato tutti i bambini rifugiati – 1 milione – restituendo loro un’identità. L’Agenzia inoltre aiuta i bambini nati in esilio a ottenere certificati di nascita, preservando loro da un difficile futuro da apolidi, e fa in modo che tutte le famiglie e i bambini rifugiati vivano in qualche tipo di alloggio sicuro.

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«Ma molto resta ancora da fare», fanno sapere Unhcr e Unicef. Il Piano di risposta regionale per i rifugiati della Siria, attraverso il quale sono stati richiesti 3 miliardi di dollari Usa per rispondere alle gravi necessità dei rifugiati fino al prossimo dicembre, è attualmente finanziato solo per il 38%. Oltre 5 miliardi di dollari sono stati richiesti per affrontare la crisi in Siria, con necessità critiche nei settori dell’istruzione, della salute e di altri servizi fondamentali per i bambini rifugiati e per quelli appartenenti alle comunità d’accoglienza. Ulteriori risorse poi devono essere destinate allo sviluppo di solide reti attraverso le quali identificare i bambini rifugiati a rischio e garantire assistenza a loro e alle comunità che li accolgono. Un maggior flusso di finanziamenti rappresenta comunque solo una parte della risposta che serve a soddisfare le necessità dei bambini.

È infatti necessario un impegno più intenso per trovare una soluzione politica alla crisi in Siria, le parti in conflitto devono cessare di prendere di mira la popolazione civile e devono porre fine al reclutamento dei bambini. I bambini, gli adolescenti e le loro famiglie devono poter lasciare la Siria in sicurezza e le frontiere devono rimanere aperte in modo che essi possano attraversarle e raggiungere la un rifugio sicuro. Coloro che mancano di adempiere a tali obblighi contemplati nel diritto umanitario internazionale dovrebbero rispondere appieno delle loro azioni, ammoniscono infine l’Unhcr e l’Unicef.

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