Ecco perché è stato rapito padre dall'Oglio

L'agenzia Fides ricostruisce la mappa delle fazioni siriane. Il gesuita scomparso un mese fa cercava di unire le frange dell'opposizione curda e araba.

Ecco perché è stato rapito padre dall'Oglio
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26 Agosto 2013 - 17.40


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Padre Dall’Oglio è in pericolo e ne sono certi alcuni gruppi di opposizione in Siria, che lo hanno detto all’agenzia vaticana Fides. “Sappiamo soltanto che padre Paolo è in grave pericolo”, hanno dichiarato i giovani del “Free Youth Committee” di Raqqa che, in una situazione sempre più tesa, continuano le ricerche del missionario, scomparso circa un mese fa.

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Il gesuita si era recato a Raqqa alla fine di luglio, entrando dalla frontiera di Tell Abiad, con l’aiuto dei combattenti curdi. Il suo fine, secondo fonti locali, era quello di cercare di smussare i contrasti fra i combattenti curdi e quelli arabi per ricostruire una certa unità. La presa di Raqqa da parte delle forze di opposizione al regime, avvenuta a marzo 2013, era stata compiuta grazie a uno sceicco locale, Mouhammad Faycal al Houeidi, leader della tribù “Avadilat”, grande tribù araba presente a Raqqa con solidi legami con il Regno Saudita. Lo sceicco era un parlamentare che, schieratosi contro il governo, è riuscito a rendere Raqqa “prima città indipendente della rivoluzione siriana”.

La presa della città da parte dell’Esercito Siriano di Liberazione (“Free Sirian Army”, Fsa) è avvenuta, però, scrive Fides nella sua ricostruzione del caso, grazie anche al contributo del gruppo “Jabhat al-Nura” (“Stato islamico di Iraq e Siria”). Una fazione di questo gruppo, tra l’altro, si è staccata dal ramo principale. Padre Paolo Dall’Oglio è giunto in città in una situazione molto intricata, in cui vi erano almeno tre forze in aperto contrasto fra loro. E ha cercato, riferiscono i giovani, “di instaurare una linea di comunicazione con i miliziani islamisti”.

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Fra il 29 luglio e il 5 agosto, giorno della sua scomparsa, a Raqqa si sono verificati violenti scontri, con morti e feriti, fra guerriglieri del Fsa e membri dei gruppi islamisti, segno delle forti tensioni esistenti tra le fazioni anti-regime. Da un lato il fronte dello “Stato islamico di Iraq e Siria” aveva accettato di dialogare con padre Paolo. Ma l’idea di fondo, quella di instaurare uno stato islamico, resta motivo di frattura fra gli islamisti e il Fsa. L’ultima volta in cui è stato visto ufficialmente, il gesuita ha partecipato a un banchetto con lo sceicco della tribù Avadilat, Mouhammad Faycal Al Houeidi, per negoziare e trovare una soluzione alla faida.

Il gesuita vicino agli ideali del Fsa – Nei giorni precedenti, però, il gesuita aveva partecipato a una manifestazione dei giovani del Fsa in cui aveva elogiato la rivoluzione e i suoi ideali. Per questo potrebbe essere caduto nel mirino delle stesse fazioni islamiste (perché visto come “alleato del Fsa”) o di loro schegge impazzite. Secondo alcuni, sarebbe stato condotto in una località chiamata Akarsheh, a 20 km da Raqqa.

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