Caso Marò, De Mistura: torneranno in Italia a testa alta

Girone e Latorre non rischierebbero la pena di morte in India secondo il diplomatico incaricato dal governo a seguire il caso. Ci sono degli accordi da rispettare.

Caso Marò, De Mistura: torneranno in Italia a testa alta
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29 Novembre 2013 - 11.38


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“I nostri Girone e Latorre non rischiano in alcun caso la pena di morte. Del resto c’è una dichiarazione del governo indiano di ieri, c’è una dichiarazione scritta allorché tornarono in India per mantenere la parola sull’accordo di rientro da parte nostra. Insomma, il caso non si pone”. Ne è sicuro Staffan De Mistura, inviato speciale del Governo italiano sul caso Marò, i due militari che rischierebbero la pena di morte in India.

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Anche l’India ha ribadito la propria posizione a proposito dei marò secondo la quale “il caso non rientra tra quelli che sono punibili con la pena di morte”. Lo ha detto il portavoce Syed Akbaruddin, smentendo di fatto le indiscrezioni su un rapporto della polizia indiana pubblicate il giornale The Hindustan Times. De Mistura: “Pronti a mosse e contromosse”.

“Già in passato – ha aggiunto De Mistura – quando si sollevò la questione di interrogare in India gli altri 4 fucilieri di Marina, la stampa indiana escluse che cio’ potesse svolgersi lontano dal loro Paese. Ebbene, l’audizione avvenne poi in Italia attraverso videoconferenza. Il governo indiano mi ha detto: non date peso alle illazioni della nostra stampa, che è molto “creativa”, per usare un eufemismo, è drammatizzante. E questo è anche il caso di ieri”.

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“Da parte nostra non ci sono dubbi. Noi vogliamo, e siamo convinti che sia giusto cosi’, che la vicenda si concluda con i due fucilieri di marina che tornano a casa a testa alta, dopo aver passato 22, forse 24 mesi in India per un incidente avvenuto in acque internazionali mentre facevano il loro dovere. Anche se l’incidente e’ stato involontario, e’ capitato nel compimento del dovere da parte di Girone e Latorre, e in questi casi l’incidente puo’ succedere. Ma tutto questo va provato”, ha aggiunto De Misutura.

Il diplomatico svedese ha aggiunto: “Noi abbiamo tenuto duro ed è stato giusto così, sulla questione di interrogare gli altri 4 fucilieri, giacché ci saremmo trovati a quel punto ben 6 nostri connazionali interrogati in India, un fatto inconcepibile, inaccettabile. Questo muro contro muro ha però dilatato i tempi, facendo trascorrere tre mesi, pertanto risolvere la questione entro Natale, che era la nostra speranza, sulla base delle indicazioni degli avvocati indiani, non sarà possibile. I familiari di Girone e Latorre potranno stare naturalmente coi loro cari ma in India. Aspettiamo il rapporto della Nia, che è un po’ la Digos indiana. Una volta arrivato questo rapporto, credo entro il 15 dicembre, a quel punto il giudice emetterà il capo d’accusa”.

E questo,ha sottolineato De Mistura, “sarà un passaggio importante, perché il capo d’accusa ci dirà in che direzione si vuole mandare il processo. Noi abbiamo argomenti su argomenti, siamo pronti ad affrontare qualunque circostanza, ma sarà un momento cruciale. Poi ci sarà il processo che può durare 3 mesi”.

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La posizione dell’India – Il portavoce indiano non ha confermato le indiscrezioni di stampa sulla consegna di un rapporto della Nia al ministero degli Interni in cui si chiede l’applicazione di una severa legge che prevede la pena capitale in caso di omicidio.

“In generale, come è noto, – ha detto – in questi briefing non commentiamo argomenti che riguardano problemi interministeriali”. Ma, ha proseguito, “sebbene non intendiamo commentare informazioni di carattere speculativo, posso rinviare alla posizione espressa chiaramente dal ministro degli Esteri Salman Khurshid il 22 marzo in Parlamento”.

Il portavoce ha poi aggiunto che “l’India intende rispettare l’impegno preso in Parlamento e che ogni decisione sarà valutata tenuto conto il quadro politico articolato in quella dichiarazione”.

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