Sei in un paese come il Cile la serietà e la credibilità pagano, perché in un paese come l’Italia la serietà e la credibilità non dovrebbero pagare? E’ questo il principale messaggio che manda al nostro Paese la vittoria della signora Bachelet nelle presidenziali cilene: vittoria basata su un programma basato su riforma della scuola e un significativo aumento delle tasse per le aziende, dal 20 al 25%.
Ha lasciato il potere quattro anni fa, se ne è andata all’Onu, dimostrando capacità di interessarsi al mondo e alle problematiche del mondo. Poi , dopo quattro anni, ha deciso di correre nuovamente, forte del suo nome, del suo passato, e del suo nuovo impegno a dire la verità e quel che a suo avviso serve ai cileni, cominciando dallo slogan più ripetuto di questa campagna elettorale, “fine di ogni discriminazione di classe”. E i cileni le hanno dato nuovamente fiducia.
Il bello della signora Bachelet è il bello della politica, in senso bergogliano verrebbe da dire. Non a caso lei in queste ore ha detto: “Grazie a tutti voi e specialmente grazie ai giovani, che hanno espresso con forza il loro desiderio di costruire un sistema educativo pubblico, gratuito e di alta qualità. Oggi ormai nessuno può dubitare che il lucro non può essere il motore dell’educazione, perché i sogni non sono un bene del mercato, sono un diritto di tutti. […] Le condizioni sociali e politiche ci sono e alla fine il momento è arrivato. Se sono qui è perché crediamo che un Cile per tutti sia necessario. Non sarà facile, ma quando mai è stato facile cambiare il mondo.”
Ecco, cambiare il mondo, oggi come oggi, resta difficile ma appare possibile se chi lo propone è il prodotto della credibilità e spendibilità di una vita che vale come programma di governo. Questi due esempi che vengono dalla America Latina (l’esempio-Bachelet e l’esempio-Bergoglio), e da due versanti diversi ma complementari, indicano la vitalità latino americana a fronte della stagnazione europea e soprattutto italiana.
C’è qualcosa che ci riguarda profondamente nella vittoria della socialista Michelle Bachelet. Non tanto la storia di intimità e solidarietà che unì suo padre, vittima delle segrete di Pinochet, e Salvador Allende. Ma la traduzione di quell’amicizia in uno slogan pronunciato poche ore fa: lotterò per varare “ una Costituzione che diventi quel patto sociale nuovo, moderno e rinnovato che il Cile chiede e di cui ha bisogno.” La storia di Michelle Bachelet ci riguarda da vicino, è un programma il suo, nello stile, nella credibilità e nelle priorità, che ci direbbe molto di più di tante filippiche su chi sia di sinistra in questo deluso paese.
Giorni fa avevamo avvisato del rischio “natale cileno: oggi il Cile ci ha detto che loro hanno saputo voltare pagina: noi?