L’assassinio di Mile Markovic, emigrato serbo che si era fatto spazio prima nei locali di strip tease e poi nei mondo del porno, continua a turbare l’opinione pubblica svedese soprattutto perché Stoccolma sembra tornare ad essere crocevia di scontri mortali fra gruppi mafiosi. Markovic, 52 anni, conosciuto dagli svedesi come “il re del porno” è staso assassinato la sera di giovedì scorso a Bromma, nella periferia ovest della capitale: qualcuno l’aveva raggiunto mentre aveva appena fermato la sua auto e lo ha ucciso a colpi di pistola quando era seduto sul sedile del guidatore ed il motore era ancora acceso.
Sulla matrice del delitto ci sono pochi dubbi, il “re del porno” è stato fatto fuori da un clan rivale, un testimone ha visto una “Toyota” bianca allontanarsi a fari spenti ma è chiaro che si è trattato di un’esecuzione compiuta da professionisti, Markovic è stato raggiunto da quattro colpi precisi, tutti alla testa ed un testimone racconta che prima di esplodere i colpi qualcuno ha chiamato “Mile”. Il mafioso serbo sapeva di essere in pericolo, tanto che dinanzi a casa sua aveva fatto installare telecamere di sorveglianza alle cui registrazioni adesso sono legate gran parte delle probabilità di successo delle indagini, e pochi giorni fa parlando con la moglie si era lasciato scappare: “Adesso la mia testa vale diversi milioni”.
La lista dei nemici di Markovic è lunga: il serbo era un ex pugile diventato diversi anni fa proprietario e gestore di uno strip club a Stoccolma fino a trasformarsi in personaggio pubblico nel 2011, quando entrò di prepotenza nella vita della monarchia svedese affermando di avere foto e filmati di Carlo Gustavo XVI durante un’orgia in uno dei suoi locali. A quanto si disse all’epoca Mile Markovic aveva chiesto senza ottenerli 5 milioni di euro per evitare che lo scandalo diventasse pubblico.
Negli archivi della polizia i “files” del re del porno erano particolarmente corposi: Mile era stata condannato più volte per reati minori ed era uscito di prigione appena lo scorso dicembre, l’ultima volta era finito in carcere per un’ accusa di tentato omicidio dopo una sparatoria del maggio scorso di fronte allo strip bar “Club Privé” di Stoccolma che appartiene al suo ex socio in affari Michael Badelt , tuttavia, l’atto di accusa era caduto nel nulla dopo che un testimone aveva ritirato le sue dichiarazioni aprendo la strada alla scarcerazione.
Oltre che del tentato omicidio , Markovic l’anno scorso era stato accusato di tentato stupro di una trentenne e per minacce ad uno specialista di elettronica che aveva lavorato per la società che possiede il “Club Prive’ ” e chiedeva nientemeno che di farsi pagare . Il sio ex socio Michael Badelt ha detto tuttavia che l’omicidio di Markovic era solo una questione di tempo.
L’omicidio di un uomo che ha sempre fatto parte dei peggiori circuiti criminali non rappresenta dunque una sorpresa e forse per la famiglia reale costituisce anche un sollievo: qualche tempo fa il libro del giornalista svedese Nuri Cina menzionava Markovic come esponente di spicco della dei degli ex soldati e criminali jugoslavi in Svezia. Il libro si intitola ” Den motvilige monarken “ ( Monarca involontario ) e descrive Markovic vome il re delle notti licenziose di Stoccolma che aveva portato direttamente al re le spogliarelliste piu’ avvenenti , mentre ai tavoli accanto sedevano alcuni dei peggiori banditi di Svezia. Nel libro, che e’ particolarmente documentato, si legge anche delle imprese di altri criminali balcanici come Milan Sever che a Stoccolma contrastava la supremazia di Markovic con il suo ” Restaurant Zagabria”: quando il serbo tento’ di ricattare il re, pare che il croato avesse messo i suoi scagnozzi a disposizione delle casa regnante per far tacere l’importuno.