Così l'Ucraina è alla mercè dei neo-fascisti

Tra i gruppi più aggressivi della galassia dell'ultra destra c'è Pravy Sector: organizzazione paramilitare e nessuna voglia di Europa.

Così l'Ucraina è alla mercè dei neo-fascisti
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30 Marzo 2014 - 16.16


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Molti giornalisti meno inclini alla retorica dell’Ucraina democratica hanno notato come, spesso e volentieri, nelle città si notino gruppi paramilitari fascisti, che sono incontrastati e legittimati dal nuovo potere. Uno di questi gruppi Pravy Sector (settore della destra) è tra i più aggressivi. I suoi militanti camminano incolonnati dietro bandiere rosso-nere con scritte bianche e a Kiev hanno trasformato gli uffici della compagnia telefonica Kievstar nel loro quartier generale. Vietato per i militanti parlare con la stampa (con l’eccezione di tre portavoce) i neofascisti sono diventati i padroni della piazza anche perché in Ucraina dopo tre mesi di rivolta non si può dire che ci siano in giro delle vere e proprie forze dell’ordine.

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Oggi, dopo la cacciata di Yanukovich, Pravy Sector sta cavalcando l’indignazione popolare contro la nuova dirigenza ucraina accusata della perdita della Crimea.
All’interno di Pravy Sector, circa l’80% dei militanti provengono da Tridente, organizzazione madre neofascista e Dmitri Yarosh è il loro candidato alle presidenziali.

Qual è il programma politico di Pravy Sector e di altri gruppi di fascisti? No all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea che è definita una “zuppa di nazioni” guidata da leggi che andrebbero contro la “legge di Dio”: le unioni omosessuali, il laicismo, l’eutanasia. Insomma una Ucraina con più relazioni con l’Europa ma del tutto indipendente.

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Obiettivi? Avere più potere in Ucraina e estendere al più presto la rivolta in Bielorussia. E nel frattempo i gruppi paramilitari della destra neofascista continuano a marciare, a picchiare, a occupare e a organizzarsi.

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