Molti giornalisti meno inclini alla retorica dell’Ucraina democratica hanno notato come, spesso e volentieri, nelle città si notino gruppi paramilitari fascisti, che sono incontrastati e legittimati dal nuovo potere. Uno di questi gruppi Pravy Sector (settore della destra) è tra i più aggressivi. I suoi militanti camminano incolonnati dietro bandiere rosso-nere con scritte bianche e a Kiev hanno trasformato gli uffici della compagnia telefonica Kievstar nel loro quartier generale. Vietato per i militanti parlare con la stampa (con l’eccezione di tre portavoce) i neofascisti sono diventati i padroni della piazza anche perché in Ucraina dopo tre mesi di rivolta non si può dire che ci siano in giro delle vere e proprie forze dell’ordine.
Oggi, dopo la cacciata di Yanukovich, Pravy Sector sta cavalcando l’indignazione popolare contro la nuova dirigenza ucraina accusata della perdita della Crimea.
All’interno di Pravy Sector, circa l’80% dei militanti provengono da Tridente, organizzazione madre neofascista e Dmitri Yarosh è il loro candidato alle presidenziali.
Qual è il programma politico di Pravy Sector e di altri gruppi di fascisti? No all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea che è definita una “zuppa di nazioni” guidata da leggi che andrebbero contro la “legge di Dio”: le unioni omosessuali, il laicismo, l’eutanasia. Insomma una Ucraina con più relazioni con l’Europa ma del tutto indipendente.
Obiettivi? Avere più potere in Ucraina e estendere al più presto la rivolta in Bielorussia. E nel frattempo i gruppi paramilitari della destra neofascista continuano a marciare, a picchiare, a occupare e a organizzarsi.