L’Occidente paga le sue colpe. Ne è convinto l’ambasciatore russo in Italia, Sergej Razov. “La mancanza di lungimiranza nell’orientamento intrapreso dall’Occidente, atto al ‘ricucimento’ dello spazio postsovietico secondo dei propri schemi, ha già condotto al disfacimento, nel 2008, della Georgia, e di recente all’uscita della Crimea dall’Ucraina – ha detto in una intervista al Messaggero -. Comunque sia non vedo dei motivi oggettivi per tracciare le nuove linee di demarcazione e, a maggior ragione, di ostilità e di scontro tra la Russia e l’Occidente”.
“Mai esercitata pressione sull’Ucraina. Abbiamo detto a Kiev di calcolare bene l’impatto sulla cooperazione con noi in caso di accordo di associazione con la Ue. Non vogliamo la divisione dell’Ucraina” ha detto ancora Razov, secondo cui non c’è pericolo di escalation militare “a patto che Kiev ponga fine ai tentativi di destabilizzazione orchestrata dagli ultranazionalisti che perseguono l’ucrainizzazione forzata delle minoranze etniche”.
Quanto accaduto in Ucraina è stato un colpo di Stato e “non so come si possa avallare un colpo di stato armato contro un presidente legalmente eletto. Colpo di stato, inoltre, come reazione al diritto costituzionale di Yanukovich di non sottoscrivere l’accordo di associazione, per lui svantaggioso, con la Ue” ha spiegato l’ambasciatore, secondo cui “più forti saranno i colpi dell’Occidente, più forti saranno i contraccolpi. Molto più forti per la Ue, che con noi ha scambi commerciali superiori ai 500 miliardi, che per gli Usa per i quali è facile istigare e soffiare sul fuoco visto che hanno molto meno da rimetterci”.
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