Spingendosi all’estremo nord della Croazia, ci si imbatte a un certo punto in un piccolo borgo che conta appena 1.500 cittadini, dall’aspetto diroccato e anonimo. Ma basta percorrere un brevissimo tratto di strada per imboccare il sentiero del parco comunale e trovarsi al cospetto di una statua di bronzo, realizzata dal celebre scultore Antun Augustincic, che riproduce le fattezze del maresciallo Josip Broz Tito, il dittatore di ferro della Jugoslavia comunista. Siamo a Kumrovec, la cittadina che, ai tempi della dominazione asburgica, diede i natali a colui che il grande giornalista Vladimir Jokanović ha definito in un’occasione “il fabbro più famoso di tutti i tempi”. L’uomo considerato da alcuni gli storici come un tiranno efferato e crudele, ma diventato una vera e propria leggenda nei cuori dei nostalgici dell’ex Jugoslavia e degli alfieri del comunismo, sia attempati che giovani.
Il cosiddetto fenomeno della “Titonostalgia”, infatti, non è né un fuoco di paglia né una questione da prendere sotto gamba; basti pensare che ogni anno migliaia di persone provenienti da tutti i Paesi dei Balcani raggiungono Belgrado per omaggiare la memoria del maresciallo nel mausoleo della “Casa dei fiori”. Alla luce di questa tendenza che non sembra conoscere interruzioni o crisi, le autorità comunali di Kumrovec da anni erano a caccia di fondi per ridare lustro e visibilità al villaggio dove nacque, centotrentaquattro anni fa, il padre-padrone della Jugoslavia comunista. Il progetto che da tempo giace nei cassetti del comune prevedeva la ristrutturazione dell’antica e ormai fatiscente abitazione di Tito e un intervento radicale per abbellire e ammodernare la cittadina. Un piano, nelle intenzioni del sindaco Dragutin Ulama, volto a rendere Kumrovec meta turistica per i nostalgici del maresciallo, in modo da riempire le casse dell’amministrazione. Il costo? Decisamente considerevole, non meno di 13 milioni di euro per finanziare i lavori di ristrutturazione dell’intero borgo e di costruzione di un apposito mausoleo.
Ora però, a quanto riferisce l’agenzia “Beta”, il comune potrebbe presto accaparrarsi la somma richiesta per trasformare il villaggio in una sorta di “museo del ricordo”. E i capitali necessari arriveranno da Pechino, grazie all’intervento della Chinese Southeast European Business Association (Cseba), un’importante organizzazione radicata a Zagabria che funge da collettore di fondi diretti ai Balcani, specialmente in Croazia. L’associazione si occuperà di raccogliere la cifra determinata dal comune presso imprese e investitori cinesi, come ha annunciato lo stesso Ulama, precisando che un accordo di cooperazione verrà firmato a breve. “Se tutto andrà in porto come speriamo, il successo dell’iniziativa sarà enorme! Stiamo parlando di numeri stellari, non meno di 300 milioni di turisti cinesi che visiterà ogni anno Kumrovec”, garantisce, entusiasta, il sindaco.