L’Ucraina finirà come la Jugoslavia

Lo scrittore di “Educazione siberiana” lancia un appello ai media, chiedendo più attenzione per le vittime della guerra civile, e meno per il potere di Kiev. [Nicolai Lilin]

L’Ucraina finirà come la Jugoslavia
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9 Maggio 2014 - 16.02


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di Nicolai Lilin

Per contrastare i russi arriveranno i mercenari e gli estremisti islamici sponsorizzati dalla Cia, che tratteranno gli abitanti locali peggio delle bestie. Ci sarà un’altra Jugoslavia, solo che questa volta i russi non si ritireranno. Ci sarà una guerra vera fino in fondo, fino all’ultimo uomo, senza pietà per nessuno. Per questo noi, qui, non possiamo ingoiare le bugie e le diffamazioni della stampa pilotata. Dobbiamo informarci, far girare le immagini dello scempio umano in cui si è trasformata l’Ucraina, per impedire ai nostri vertici corrotti di compiacere gli assassini e i guerrafondai dell’alta finanza, per non essere anche in questo caso artefici inconsapevoli di una guerra fratricida.

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La stampa occidentale continua a tacere sulle origini dell’orrore che si è consumato ad Odessa. In tutti i notiziari ho sentito parlare del «tragico incidente», dei «38 manifestanti morti in circostanze ancora da chiarire». I giornalisti che comunicano dall’Ucraina puntano l’attenzione dell’opinione pubblica occidentale sull’operazione di antiterrorismo guidata dalle forze speciali di Kiev contro i separatisti russi. Nessuno ha dedicato un servizio su ciò che è successo a Odessa, nessuno ha detto con semplici parole come i nazisti hanno bruciato vive le persone che manifestavano per difendere i propri diritti di cittadini.

Un corpo carbonizzato nel palazzo dei sindacati di Odessa. Lo scorso 2 maggio nella città portuale c’è stata una strage, compiuta dalle milizie naziste a scapito dei separatisti. Proprio la pubblicazione di alcune foto del massacro su Facebook da parte di Lilin ha scatenato su internet un forte dibattito, in cui non sono mancati gli insulti nei confronti dello scrittore.

Ricordo quando a dodici anni ho vissuto la mia prima esperienza di guerra, e anche noi, mentre ci nascondevamo nei sotterranei dal fuoco dei sistemi missilistici, alla radio ascoltavamo i giornalisti che descrivevano la nostra situazione, minimizzandola. Così, la brutale e sanguinosa guerra del 1992 che era scoppiata in Transnistria era stata riferita al resto del mondo come «i turbamenti in Moldova». Dei morti e dei motivi reali di quella guerra qui in Occidente non ha parlato nessuno. Era più importante preparare nuovi piani finanziari per sfruttare la nostra terra al meglio, per muovere le basi Nato vicino alle frontiere con la Russia, per agevolare le compagnie petrolifere americane nelle trattative con i vertici russi. La diffamazione e la disinformazione sono da sempre l’arma più amata dai dittatori e potenti di tutti Paesi. E i russi la sanno lunga su questo argomento ancora oggi.

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Il mondo deve sapere cosa è successo, come sono state bruciate vive le persone che si sono rifugiate nel palazzo, scappando dalla milizia nazionalista che compie crimini sotto la protezione del governo di Kiev, con l’appoggio degli Usa e Ue.

Un momento degli scontri durante la rivolta antigovernativa di Maidan, a Kiev. Quei fatti, sommati alla nascita di un governo che include quattro ministri nazisti, hanno scatenato la reazione dei russofoni e del governo russo.

Non sono pro Putin, non lo sono mai stato. Ho scritto su diverse testate nazionali articoli di critica nei confronti della sua politica, delle sue politiche anti gay, della sua smania di potere. Però, qui, in questa situazione disastrosa, non parliamo di appartenenze politiche o razziali. Qui si tratta di capire chi di noi ha perso la propria umanità e chi no.

Con molto rammarico, ho letto i commenti di alcune persone che sostengono il governo attuale di Kiev, altri commenti per la loro brutalità, assenza di umanità e rispetto per i morti sono stati direttamente oscurati da Facebook, perché segnalati come offensivi dalla comunità del social network. Spero che questo comportamento barbaro non si ripeta, le questioni politiche non si difendono nello stesso spazio in cui si parla della morte atroce di esseri umani.

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Per chi vede nel mio gesto di pubblicare le foto del massacro un’operazione politica, sbaglia. Io non faccio politica, ma non posso tacere quando vedo come la mia gente viene ingiustamente massacrata e diffamata.

“Educazione siberiana” (Einaudi) è il romanzo più famoso di Lilin. Da libro è stato tratto un film diretto da Gabriele Salvatores e interpetrato da John Malkovich.

Qualcuno giustamente mi ha ricordato che in Cecenia ho visto e forse fatto di peggio. Cari amici, cerco di informare più persone possibile proprio perché non voglio che in Ucraina accada quello che è accaduto in Cecenia. Gli uomini devono imparare sui loro sbagli.

I politici e gli amministratori del nuovo governo di Kiev scapperanno nelle loro splendide villette in Florida quando l’esercito russo invaderà il Paese. Ma la gente semplice, inebriata dai loro discorsi, rimarrà faccia a faccia con quattrocentomila uomini incazzati dell’esercito federale, e non sarà niente di buono per nessuno. Sarà la vera guerra. Bombardamenti notturni, niente luce, niente gas, niente cibo, niente medicine. Per contrastare i russi arriveranno i mercenari e gli estremisti islamici sponsorizzati dalla Cia, che tratteranno gli abitanti locali peggio delle bestie. Ci sarà un’altra Jugoslavia, solo che questa volta i russi non si ritireranno. Ci sarà una guerra vera fino in fondo, fino all’ultimo uomo, senza pietà per nessuno. Per questo noi qui non possiamo ingoiare le bugie e le diffamazioni della stampa pilotata. Dobbiamo informarci, far girare le immagini dello scempio umano in cui si è trasformata l’Ucraina, per impedire ai nostri vertici corrotti di compiacere gli assassini e i guerrafondai dell’alta finanza, per non essere anche in questo caso artefici inconsapevoli di una guerra fratricida.

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