Niente tregua, Hamas lancia altri razzi

Nonostante le pressioni di Egitto, Lega araba e Usa il braccio armato di Hamas ha lanciato un razzo nell'area della città israeliana di Ashdod.

Niente tregua, Hamas lancia altri razzi
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15 Luglio 2014 - 15.59


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La tregua è durata poche ore, poi si è tornati a sparare. Israele aveva deciso di accettare l’iniziativa egiziana per un cessate il fuoco, iniziata questa mattina alle 8 in Italia. Nonostante le pressioni di Egitto, Lega araba e Usa, invece, Hamas e il suo braccio armato hanno rifiutato la possibilità di una tregua.

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Un razzo lanciato da Gaza, infatti, è finito nell’area della città israeliana di Ashdod. “Non vi sono notizie di feriti”, ha detto il portavoce della polizia israeliana, Luba Samri. Il razzo è finito nel cortile esterno di un’abitazione. L’attacco è stato rivendicato da Ezzedine al-Qassam, le Brigate armate di Hamas, che hanno affermato di aver lanciato almeno “otto missili Grad” in direzione della città sulla costa. In sei ore sarebbero stati lanciati 47 missili.

Israele ha ripreso le operazioni nella Striscia di Gaza

Sirene di allarme risuonano in continuazione nella zona centrale di Israele. Nel frattempo l’aviazione militare israeliana è tornata in azione colpendo ad est di Gaza un lanciarazzi che si trovava in una zona aperta. Sono state bombardate le Alture del Golan: almeno quattro morti.

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Se Hamas non accetta la proposta di tregua egiziana, Israele “è legittimato ad ampliare l’offensiva militare” contro Gaza: questo il monito del premier, Benjamin Netanyahu, al movimento islamista. Il cessate-il-fuoco proposto dal Cairo, ha detto il premier israeliano conversando con i giornalisti, deve avere “l’obiettivo della demilitarizzazione della Striscia da missili, razzi e tunnel attraverso strumenti diplomatici”.

Hamas ha chiuso il valico di Erez

Hamas intanto ha chiuso il valico di Erez, che collega la Striscia di Gaza a Israele. Il risultato immediato è che una ventina di palestinesi che stavano per entrare nello Stato per un ricovero in ospedale non hanno potuto farlo. “Il confine è stato chiuso a causa dei bombardamenti israeliani”, ha detto un funzionario del movimento, mentre un secondo ha sottolineato la necessità di “garanzie internazionali che il passaggio non venga bombardato”.

Le diplomazia internazionale vuole la pace

Il presidente dell’Anp Abu Mazen – come riferito dalla agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa – sostiene invece la proposta egiziana per riportare la calma fra Israele e la striscia di Gaza. Abu Mazen ha lanciato un appello a tutte le parti affinché assecondino gli sforzi egiziani, nell’intento di risparmiare ulteriori vittime al popolo palestinese e nel supremo interesse nazionale. Oggi al Cairo arriva il segretario di Stato americano Kerry, mentre il ministro Mogherini sarà a Tel Aviv.

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Oggi il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini è in Israele. “La cosa più importante in questo momento è il cessate il fuoco”, ha detto visitando con il collega israeliano Avigdor Lieberman una casa colpita da un missile lanciato da Gaza ad Ashdod. “Questa proposta che viene dall’Egitto – ha aggiunto – è stata coraggiosamente accolta da Israele. Mi auguro che trovi una risposta positiva dalla Striscia di Gaza e che finisca il lancio di razzi su Israele”. “In questo momento resto ferma sull’invito che il presidente Abu Mazen ha fatto a tutti i palestinesi ed in particolare ad Hamas per accogliere l’invito al cessate il fuoco. È cruciale in queste ore provare a far funzionare questa tregua”.

Le vittime dei bombardamenti

È di 194 il numero complessivo dei palestinesi rimasti uccisi a Gaza nei combattimenti con Israele, dopo una ulteriore nottata di raid in cui altre 7 persone hanno perso la vita. I feriti sono stimati in 1400 circa. Nella notte razzi sono stati sparati verso il territorio israeliano dal Sinai egiziano, dal Libano e dalla Siria.

L’attacco più grave è stato diretto verso la città turistica israeliana di Eilat (mar Rosso), dove sono esplosi tre razzi che hanno ferito tre persone, mentre altre 20 venti sono rimaste in stato di shock. Dal Libano due razzi sono stati sparati verso la Galilea occidentale e dalla Siria altri due razzi sono stati lanciati verso il Golan.

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