La Scozia non rompe: risultato importante

Una scelta di divisione avrebbe incoraggiato l'orientamento antistorico e provocato nuove tensioni.

Nuccio Fava
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19 Settembre 2014 - 12.31


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di Nuccio Fava

Svolgo qualche riflessione al mattino del 19 settembre, data storica perché gli scozzesi hanno scelto di restare con Londra. Il risultato è chiaro e importante per il governo Cameron e anche per le istituzioni e le politiche dell’Ue. Una vittoria dei si avrebbe incoraggiato un orientamento anti storico, una scelta di divisione che avrebbe premiato politiche secessioniste e divisive, tentazioni ben presenti in altri Paesi europei.

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Addirittura anche in Italia, dove una Lega nord alle prese con non pochi problemi interni e di calo elettorale, cerca la rimonta con estremismi separatisti e proposte di antistorico secessionismo. Restando in Italia basterebbe immaginare la nascita di un leghismo del sud contrapposto a quello lombardo-veneto per ipotizzare il disastroso risultato che ne deriverebbe al nostro Paese e alla sua collocazione in Europa. Sono già scaduti i primi tre mesi della presidenza italiana e non abbiamo purtroppo espresso ancora un segnale efficace su l’Europa che sarebbe necessaria, specie in questa fase di crisi grave che non accenna a ridursi e a cambiare verso, come ama dire il nostro presidente del Consiglio.

Non mancano le buone intenzioni e i proclami, che non costituiscono però una politica né per l’Italia , né per l’Europa. Conosciamo le difficoltà della politica che per sua natura deve però assumersi la responsabilità di affrontarle e condurle a conclusione positiva. Risultato faticoso da raggiungere in presenza di posizioni divergenti, specie da parte della Germania e dei Paesi del nord Europa. La complessità dei meccanismi istituzionali e politici non semplificano il compito. Anche su questo terreno tuttavia il semestre italiano dovrebbe esprimere una qualche proposta di rinnovamento delle procedure e dei tempi delle decisioni, per una democratizzazione dell’Ue e un più efficace collegamento con le opinioni pubbliche e i cittadini d’Europa.

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