Terrorismo, Cardini: il nemico da abbattere? La disuguaglianza nel mondo

Secondo lo storico fiorentino, per combattere i terroristi bisogna avere coscienza del “dilatarsi della forbice economica tra ricchi e poveri”.

Terrorismo, Cardini: il nemico da abbattere? La disuguaglianza nel mondo
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22 Gennaio 2015 - 16.30


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“Il vero nemico da abbattere non è un gruppo di terroristi, bensì il trend economico finanziario che porta al dilatarsi della forbice tra i molto ricchi e i molto poveri” e che “mette molti cittadini dell’Africa di fronte a una scelta: o venire a morire nel Mediterraneo o prendere le armi”.

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E’ l’analisi del professor Franco Cardini, storico e saggista, intervenuto all’incontro “A proposito dei fatti parigini e non solo” organizzato ieri dalla rivista If (www.ifmagazine.florencepress.it) presso l’hotel Cellai di Firenze. “Il mondo sta cambiando” ha detto Cardini, secondo cui “qualcosa di simile si è avuto soltanto all’inizio del Rinascimento e durante la caduta dell’impero romano”. “Sono in atto due fenomeni di importanza mondiale – ha spiegato il professore fiorentino – che forse stritoleranno la maggioranza di noi: il crescente potere delle multinazionali e la crescente concentrazione della ricchezza”.

Sarebbero anche questi fenomeni, secondo l’analisi di Cardini, a innescare indirettamente la proliferazione del terrorismo nel mondo: “1,5 miliardi di persone detengono il 90 per cento della ricchezza mondiale, mentre i restanti 5,5 miliardi vivacchiano con il restante 10 per cento”. E poi, in merito alla cultura della libertà di cui l’Occidente intende farsi promotore, ha aggiunto: “La cultura della libertà non significa assoggettare interi popoli per secoli, è opportuno ricordare che se noi siamo arrivati all’attuale livello di sviluppo non è dovuto solo alle nostre virtù, ma anche ai nostri abusi”. Su questo tema, ha fatto un azzardato parallelo: “Perché un partigiano che spara su un tedesco lo devo considerare un eroe e, invece, devo considerare un terrorista un afghano che uccide un militare americano? Per me sono uguali e noi occidentali, quanto a contraddizioni siamo forti”.

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Particolarmente critico nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in riferimento al discorso in cui, rivolgendosi agli ebrei francesi, li invitava a fare ritorno in Israele dopo i tragici avvenimenti terroristici. “Cosa succederà se migliaia di ebrei francesi torneranno in patria”? si è chiesto Cardini, che poi ha ipotizzato una risposta: “Potrebbe succedere che ci sia un nuovo esodo di profughi palestinesi, la cui terra è sempre più ristretta, verso la Giordania, una specie di scatola di rifiuti per i profughi”. E l’aumento dei profughi in Giordania, secondo lo storico, potrebbe dare indirettamente fiato alle trombe del terrorismo visto che “re Abdallah potrebbe non farcela a contenere i fondamentalisti”. Si arriverebbe così ad “una ulteriore destabilizzazione della Giordania, allargare e ad una deflagrazione del Vicino Oriente”.

Sempre in merito al terrorismo, Franco Cardini ha detto che “i fondamentalisti islamici vogliono portare in Europa la fitna, la guerra civile contro gli altri musulmani”. “I jihadisti stanno passando a un nuovo livello di guerriglia, vogliono colpire quelli che considerano nemici dell’Islam, che per loro sono anche i musulmani che non accettano l’idea che l’Islam sia minacciato dall’Occidente. Il poliziotto ucciso a Parigi era il modello di musulmano che vorremmo avere in casa, un buon musulmano e un buon occidentale”. Cardini ha quindi lanciato un vero e proprio allarme: “Combattere i musulmani collaborazionisti in Europa coinvolgerà gli europei, porterà loro a combattere una guerra contro l’Islam, e questo condurrà dalla parte dei jihadisti anche i musulmani che non ne avrebbero la volontà”.

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