Lontano dagli occhi di tutti, Anonymous sta combattendo la sua battaglia contro l’Isis. In questa seconda fase dell’operazione #OpIsis, gli hacker hanno oscurato, bloccato e segnalato centinaia di account Twitter e Facebook di presunti appartenenti allo Stato Islamico, rendendo pubblici indirizzi ip e siti web della galassia jihadista. «Sarete trattati come un virus, e noi siamo la cura», recita il video pubblicato due giorni fa. La campagna per ‘spegnere’ la galassia jihadista sul web è partita dopo la strage di Charlie Hebdo.
«L’Operazione Isis continua», recita il comunicato pubblicato oggi dal collettivo di hacktivisti. «Siamo musulmani, cristiani, ebrei…. i terroristi che si definiscono Stato islamico non sono musulmani». L’operazione è stata annunciata il 9 gennaio, all’indomani della strage di Charlie Hebdo: «Attaccheremo e metteremo offline tutti i siti della galassia jihadista», affermò il collettivo in uno dei classici video del gruppo.
Isis, banditi i prodotti Apple. A seguito della direttiva emanata a novembre scorso, i miliziani dell’Isis a Raqqa, ‘capitale’ del Califfato in Siria, hanno effettivamente bandito i prodotti Apple – iPhones, iPads, iPods – nel timore di essere tracciati. «Dicono che gli Usa possono vedere quello che fai», racconta uno degli attivisti anti-Isis di Raqqa intervistato da Business Insider. Inoltre, nei territori sotto il proprio controllo, «l’Isis ha creato gruppi di tecnici per bloccare il servizio Gps, cosa che viene richiesta anche ai combattenti».
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