L’Ucraina è fallita: armi o dialogo per salvarla?

La “Washington Post” fa i conti in tasca a Kiev, intanto Germania e Francia sembrano smarcarsi dagli Usa ed a Minsk riparte una trattative che non può più fallire.

L’Ucraina è fallita: armi o dialogo per salvarla?
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10 Febbraio 2015 - 07.00


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Le riserve valutarie dell’Ucraina attualmente ammontano a circa 6, 42 miliardi di dollari di riserve, e bastano soltanto per coprire cinque settimane di importazioni: lo scrive Washington Post per affermare che dal punto di vista economico il Paese è tecnicamente finito. La nuova valutazione sullo stato e il futuro dell’economia ucraina arriva dopo che la Banca centrale ha cessarto di intervenire sul mercato monetario per difendere la “grivna”.

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La decisione di porre fine all’intervento in difesa della valuta è stata presa alla viglia del week- end fatto il giovedi, a causa della rapida e violenta contrazione dei mercati la “ hryvnia “lì ad oggi ha perso il 50 per cento del suo valore. rispetto alla moneta mondo più ricercato. Soros cerca 50 miliardi dollari per l’Ucraina. La Banca centrale aveva innalzato i tassi di interesse sui risparmi in valuta locale dal 14 al 19,5 per cento, nella speranza di spingere la popolazione a tenere la valuta locale invece di cambiarla in valuta estera, ma il passaggio si è rivelato inefficace.

Per decenni, la storica avidità storica degli oligarchi e poi il loro e il fallimento ha sistematicamente distrutto l’economia ucraina, e ciò che ne rimaneva è scomparso con il colpo di Stato ed il separatismo dei filo-russi dell’Est. Adesso i ribelli sono in possesso di un quarto della capacità industriale nazionale, e Kiev anche se in un conflitto aspro e aperto con Mosca è costretta ad incrementare ancora di più gli scambi con la Russia,dalla cui economia dipende totalmente.

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Il quotidiano americano fa un’analisi spietata delal situazione:“Non può esserci salvezza senza significative riserve di valuta estera, o modi per guadagnare altro danaro. Non è possibile mantenere in piedi un’ economia lottando contro il proprio maggior partner commerciale e nello stesso tempo contro separatisti che detengono i maggiori centri industriali nazionali. L’unica questione aperta è quanto i creditori internazionali saranno disposti a stanziare per la “redenzione Ucraina” .

Il governo di Kiev mette in guardia del fallimento fin dai primi gennaio, l’Unione europea ha approvato un prestito d’emergenza di 1,8 miliardi di euro, ma Kiev nel breve termine avrebbe bisogno di 13 miliardi.Adesso le ultime speranze di fronteggiare questo disastro sono legate all’incontro in programma per oggi a Minsk fra i leader russo, ucraino,francese e tedesco.

L’Occidente è in ansia per come la guerra ha cambiato le cose sul campo di battaglia da gennaio in poi, con una continua avanzata dei “federalisti” e Kiev in difficoltà, con più di cinquemila uomini che adesso sono accerchiati nella cittadina di Debaljcevp, che è un nodo ferroviarioe potrebbe unire le “repubbliche indipendenti” di Donetsk e Luganjsk. Se il cappio di stringesse all’Armata di Kiev non resterebbe che ritirarsi in direzione di Kharkiv e Mariupol, oppure arrendersi.

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La condizione di entrambe le parti sul terreno è dunque quel che ha spaventato l’Occidente: oggi il partito sostenuto da Washington e Bruxelles possono essere sconfitti. Per questo la Russia continua a proporre un modello di federazione ricalcato sugli accordi di Dayton, che lasci al federalisti i territori conquistati “de facto”e riconosca una linea interna di demarcazione come avvenuto vent’anni fa in Bosnia-Erzegovina.

Con l’idea di modificare la situazione sul fronte Washington, che ha già inviato “consiglieri militari” vorrebbe rifornire Kiev di armi letali . Non è necessario seguire procedure demagogiche e apparentemente democratiche, la semplice presentazione di simili questioni in pubblico dice che la decisione è stata già presa, dopo il colpo di stato per rovesciare Yanukovich adesso Washington non può abbandonare alla loro sorte Yatsenyuk e Poro?enko. Sarebbe un fallimento quasi peggiore di quello del Golfo.
 

Per l’America, l’importanza geostrategica e geopolitica di avere un’ Ucraina al lato di Washington e della NATO non ha prezzo. L’Ucraina è potenzialmente una parte del nuovo muro che interseca l’Europa con l’aiuto della NATO. L’Europa al contrario non ha interesse a trasformarsi in terreno di confronto con la Russia, , sta già sopportando il doloroso taglio della cooperazione economica est-ovest.

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Nessuno ha ancora evocato una divisione violenta fra gli interessi d’Europa e d’America di un americano, anche se “Stratfor”, grande agenzia privata di analisi strategica, anticipava fin dal 2010 che “è interesse essenziale degli Stati Uniti di non consentire che il rapporto russo-tedesco e russo-europeo si sviluppi fino a dare vita ad un gigante d’Europa che ha renda l’America estranea”.

Ecco poi cosa scriveva Milton Friedman, diversi anni prima del colpo di stato in Ucraina:” Dalla riunificazione della Germania nel 1871, tedeschi e russi erano assieme alleati e nemici mortali. Economicamente, hanno bisogno l’uno dell’altro e si completano a vicenda: la Russia esporta materie prime, la Germania esporta tecnologia. Né l’uno né l’ltro vogliono essere sotto la pressione degli Stati Uniti. Insieme, i due Paesi forse sarebbero in grado di resistere a questa pressione e questa è tutta la storia d’amore tra di loro latente. La maggiore preoccupazione degli Stati Uniti oggi non è la Cina o di Al Qaeda, ma la fusione della penisola tecnologica europea con le risorse naturali russe, poiché si creerebbe una forza che potrebbe veramente sfidare la supremazia americanoèa in declino”. Influenzare Germania e la Francia non garantisce il successo, “però oggi Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria possono costituire lo scheletro di un nuovo “patto di generazione.”

Senza la collaborazione della Germania, l’America non potrebbe mai realizzare un blocco economico della Russia. Senza la Germania non sarebbe in grado di avere l’assenso di Bruxelles a tutto quello che dice Washington. Senza la Germania, l’Europa potrebbe respingere l’ isteria dell’avvicinamento dei missili ai confini con la Russia.

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Ma allora si sta profilando qualcosa di nuovo? Cosa hanno in mente Merkel e Holland quando Berlino e Parigi prendono l’iniziativa? All’improvviso i due hanno assunto l’iniziativa di un viaggio a Mosca e secondo i media europei quel che d’ora in poi potrebbe avvenire sarà condizionato da una parola: “paura” . La paura dei politici più importanti che le nuove armi americane incoraggino il regime a scivolare verso una guerra dalle conseguenze imprevedibili per tutto il Continente .

La Germania ha già riaffermato questa posizione e la conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera. Angela Merkel ha ribadito: “Devo dire forte e chiaro che abbiamo deciso di concentrare i nostri sforzi verso una soluzione diplomatica”, e ha difeso la diplomazia nonostante poco prima delle sue parole il comandante militare in Europa, il generale americano Philip Bridlav avesse detto ai giornalisti che senza “l’opzione militare” in Ucraina non si governa.

In coincidenza con la visita degli europei a Putin, il segretario di Stato americano John Kerry a Kiev incoraggiava il regime a fare affidamento sulla soluzione bellica nella parte orientale del Paese. Contemporaneamente, a Monaco il vice presidente John Biden premeva sugli europei per combattere la loro mancanza di solidarietà a sostegno delle sanzioni contro la Russia. “Questo è il momento in cui gli Stati Uniti e l’Europa devono stare insieme”, ha ripetuto.

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Eppure la cancelliera Merkel è rimasta della sua opinione, a suo avviso come per Francois Hollande vale la pena di fare un altro sforzo di pace. “Capisco la discussione, ma credo che una maggiore quantità di armi in dotazione per l’Ucraina non sia il modo per ottenere progressi. Dubito seriamente che questo conflitto possa essere risolto militarmente,” ha detto. Ed il ministro della Difesa tedesco ha seguito la stessa linea: “Sono convinto che la consegna delle armi può diventare un catalizzatore del conflitto e allontanare ancora di più la soluzione”, è il parere di Ursula von der Leyen.

Ma tutt considerato dopo un anno di tensioni la sorpresa più grande è stata la seguente dichiarazione della Merkel: “Vogliamo costruire la sicurezza in Europa insieme alla Russia, e non contro di essa” . Il settimanale francese “Nouvel Observateur” scrive che i leader europei si sono incontrati con Putin “per prevenire il fatto che gli americani impongano la loro soluzione al problema, ovvero il trasferimento di armi in Ucraina.”. Fra poche ore scopriremo in cosa questa situazione potrà sfociare.

Fonti: Washington Post, Balkan Magazin, Nouvel Observateur

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