Il matrimonio gay è un diritto umano, lo riconosce il parlamento europeo

L'Europarlamento vota a favore del riconoscimento delle unioni civili e del matrimonio tra persone dello stesso sesso considerandolo come un diritto umano.

Il matrimonio gay è un diritto umano, lo riconosce il parlamento europeo
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12 Marzo 2015 - 18.50


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Il passaggio sulle nozze gay compare al punto 162 della relazione annuale sui diritti umani e le democrazia nel mondo nel 2013 e sulla politica della Ue in materia, il cui relatore e’ l’europarlamentare socialista Pier Antonio Panzieri. L’Unione europea – si legge in una relazione approvata con oltre 390 voti a favore, 151 no e 97 astensioni – incoraggia le istituzioni e i govefni a contribuire ulteriormente alla riflessione su questo tema.

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Il Parlamento europeo, si legge nella relazione, prende atto “della legalizzazione del matrimonio e delle unioni civili tra persone dello stesso sesso in un numero crescente di Paesi nel mondo, attualmente diciassette, incoraggia le istituzioni e gli Stati membri dell’Ue a contribuire ulteriormente alla riflessione sul riconoscimento del matrimonio o delle unioni civili tra persone dello stesso sesso in quanto questione politica, sociale e di diritti umani e civili”.

Divisioni tra eurodeputati – Gli eurodeputati Pd Luigi Morgano e Damiano Zoffoli votano no al paragrafo sulla promozione delle unioni civili approvato oggi dal Parlamento Ue a larga maggioranza: 472 sì, 115 no e 46 astensioni. Tra gli astenuti anche la capodelegazione Pd a Strasburgo Patrizia Toia e Caterina Chinnici. Silvia Costa, altra esponente dell’ala cattolica Pd, presente in aula non ha votato, approvando però la risoluzione finale sulla Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo firmata dal compagno di partito Antonio Panzeri.
Il testo finale ha avuto anche il sì di Toia e Chinnici mentre Morgano e Zoffoli hanno ribadito il loro parere negativo. Divisioni anche nel centrodestra, con Giovanni La Via di Ncd e Herbert Dorfmann del Svp che hanno detto sì al passaggio sulle unioni civili, al pari del grosso del Ppe, mentre il resto delle delegazione popolare italiana votava contro. La Via ha poi votato contro la risoluzione finale, seguendo la delegazione italiana, mentre Dorfmann e Barbara Matera si sono astenuti.

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