Come ormai accade ogni anno a Riga, capitale delle Lettonia, un migliaio di persone molte delle quali abbigliate nella divisa delle ”Waffen-SS” dopo aver assistito ad un servizio religioso hanno sfilato lunedi nel centro della città fino a raggiungere il monumento alla Libertà, dove hanno deposto fiori in memoria delle vittime del delirio hitleriano. Il testa c’erano i pochi vecchietti sopravvissuti al disastro di allora ma a preoccupare erano i tanti giovani che seguivano il corteo, sul quale sventolavano anche i vessilli di Estonia e Lituania
Per evitare scontri con le organizzazioni antifasciste la marcia è stata seguita da nutriti cordoni di polizia ed anche da un’agenzia di sicurezza privata, il ministro dell’Interno Rihard Kozlovskis aveva già invitato i residenti a stare lontani dal centro della città se non assolutamente necessario ed anche l’ ambasciata degli Stati Uniti in Lettonia aveva consigliato ai suoi cittadini di prestare attenzione alla sicurezza. Tutto però si è cpncluso senza incidenti e dopo il pasaggio del corteo un gruppetto di antifascisti vestiti di tute bianche armati di ramazze ha scherzosamente tentato di “decontaminare” il centro di Riga dalle nostalgie del Reich.
I tentativi di riscrivere la storia continuano però a moltiplicarsi nei Paesi Baltici come altrove, anche sfruttando le tensioni della nuova possibile “Guerra fredda”, ed è esattamente questo aspetto a preoccupare, tra gli altri, il direttore del “Centro Simon Wiesental” di Gerusalemme, Efraim Zuroff[b/], il quale commenta la marcia in questo modo: “Tra le persone che hanno servito nella Legione lettone delle “SS “c’erano quelli che in precedenza avevano agito come “commandos” e nella polizia di sicurezza ,e dunque erano stati attivamente coinvolti nell’omicidio di massa di ebrei lettoni ed ebrei deportati in Lettonia per essere assassinati”.
Zuroff aggiunge che oggi si tenta di associare i partecipanti alla marcia con la lotta per l’indipendenza della Lettonia:
“[b]Qui si cerca di creare l’impressione che queste persone abbiano contribuito a portare il Paese all’ indipendenza , si immagina che fra le due cose sia esistita una linea diretta ma nulla può essere più lontano dalla verità, perché la Germania nazista non aveva assolutamente alcuna intenzione di dare indipendenza alla Lettonia, e al contrario la Lettonia democratica e indipendente è potuta nascere solo perché la Germania nazista ha perso la guerra”.
La legione lettone delle “Waffen-SS” fu composta da quasi 150mila cittadini baltici ed era stata suddivisa in due divisioni: fu creata nel 1943 per ordine di Adolf Hitler e nel marzo dello stesso anno stava già combattendo l’Armata Rossa sovietica nei pressi alla città di Pskov. Fu anche l’ultima delle forze naziste ad arrendersi nel 1945, e questo fra i suoi componenti ha alimentato una sorta di mito facendo confondere la lotta per la sopravvivenza dei nazisti con la difesa del territorio nazionale.
“Questa è una contraddizione diretta alla sentenza del processo di Norimberga,” , commenta sua volta da Mosca Konstantin Dolgov, difensore civico del ministero degli Esteri per i diritti umani. La marcia delle “ Waffen-SS” si svolge ogni anno il 16 marzo dal 1998, anche se non è una festa ufficiale vito che la Giornata nazionale in ricordo per gli eroi di guerra si tiene l’ 11 novembre, però non sono soltanto le sfilate a creare imbarazzi al governo, costringendolo a fare i conti con un passato oscuro. Pochi mesi fa c’era stato bisogno di un intervento politico per cancellare una mostra organizzata a Parigi e che avrebbe potuto offuscare l’immagine del Paese che in questo momento detiene la presidenza della UE.
Ab/> La rassegna avrebbe voluto raccontare la storia dei detenuti bambini in un campo di concentramento nei pressi di Riga, e vrebbe dovuto aprire il battenti il 25 gennaio con il titolo “Infanzia dirottata: le vittime dell’Olocausto viste dai figli dei nazisti detenuti nel campo di concentramento di Salaspils”. Era stata la delegazione lettone presso l’ UNESCO a bloccare il progetto previsto, ed uno degli organizzatori riferì che la decisione era stata spiegata col fatto che l’esibizione “avrebbe potuto danneggiare l’immagine europea della Lettonia “.
La mostra era stata pensata come progetto internazionale con l’obiettivo di dimostrare che “i crimini non vengono mai commessi contro una sola nazione”.
Il campo di concentramento di Salaspils venne stata creato alla fine del 1941 ed usato prima per imprigionare gli ebrei ed alla fine della guerra i collaborazionisti, era situato ad appena 18 chilometri e più di 100mila persone vi persero la vita , secondo i dati dei protocolli di Norimberga, a causa di malattie, lavori pesanti e trattamenti inumani.
Ma non è ancora tutto: due anni fa un video diffuso in Lituania mostrava due uomini in uniforme delle “Waffen-SS” che tenevano lezione in un asilo con tanto di dispense, granate e pistole e quella lezione aveva luogo esattamente il 16 marzo, il giorno che neo e paleo nazisti hanno appena celebrato.
Fonte: Agenzie