Lo Porto venduto ad Al Qaeda: Globalist lo aveva rivelato nel 2012

La notizia della morte del cooperante italiano in Afghanistan, conferma tragicamente quanto, da soli, avevamo raccontato.

Lo Porto venduto ad Al Qaeda: Globalist lo aveva rivelato nel 2012
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23 Aprile 2015 - 16.14


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Ripubblichiamo l’articolo comparso su Globalist il 20 giugno del 2012 in cui veniva raccontato che l’ostaggio rapito nel Punjab era stato venduto a un gruppo qaedisti filo pakistano. In altri approfondimenti avevamo raccontato anche delle coperture “istituzionali” a livello locale che i rapitori avevano avuto, in quell’aria grigia di commistione tra terroristi e apparati dello Stato.

Giovanni Lo Porto, il cooperante italiano di Welthungerhilfe, l’ong tedesca impegnata ad aiutare le popolazioni pakistane colpite dall’alluvione rapito a Multan, nella provincia centro-occidentale del Punjab, è stato venduto ad un gruppo filo-qaedista pakistano. Come non raramente capita nei sequestri di persona, i rapitori iniziali hanno deciso di disfarsi dell’ostaggio, cedendolo ad una organizzazione con molte più capacità di gestione politica e criminale della vicenda. La notizia è stata confermata a Globalist da fonti pakistane, in grado di aggiungere molti particolari sulla vicenda.

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Stando a queste ricostruzioni, il gruppo che ha rapito Giovanni Lo Porto e Bernd Johannes, il tedesco responsabile locale della ong, era formato da criminali comuni, in cerca di un facile guadagno. Ma dopo circa due mesi di sequestro, i primi carcerieri si sono trovati in difficoltà e hanno venduto l’ostaggio a una ben più strutturata organizzazione filo-qaedista pakistana,che aveva intenzione di realizzare qualche “business” per autofinanziarsi.

Così Lo Porto e Bernd Johannes, fino ad allora tenuti non lontano da Lahore, sarebbero stati trasferiti a circa 4 ore di macchina da Lahore, in direzione nord, un’area tribale, dove non c’è libertà di movimento per un estraneo. Un’area nella quale, ovviamente, non esiste una copertura né per cellulari che per telefoni satellitari.

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Questa la storia. Il resto, come detto nei giorni scorsi da Globalist, è noto: fonti pakistane sono certe che il tedesco Bernd Johannes sia vivo. Nessuna notizia di Giovanni Lo Porto, anche se tutte le premesse stanno a significare che i sequestratori non abbiano per il momento alcuna intenzione di far del male agli ostaggi, visto che l’obiettivo che vogliono raggiungere è al momento economico e non politico. Ma certamente la situazione non è tra le più facili e il fatto che i sequestratori siano in qualche modo simpatizzanti della galassia qaedista fa stare meno tranquilli. Ma al momento, come detto, la situazione sembrerebbe ancora sotto controllo.

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