“La madre di Giovanni Lo Porto e i fratelli sono distrutti dal dolore, io sono qui per tenere i contatti con gli enti preposti e per riferire un messaggio: la famiglia ringrazia lo Stato italiano e la Farnesina perché da quando Giovanni Lo Porto è scomparso nel 2012 lo Stato è stato sempre presente, vicino ai familiari”. Lo ha detto l’avvocato della famiglia Lo Porto, Francesco Giarrusso, uscendo dal palazzo di via Pecori Giraldi a Palermo.
Per il legale sono tanti ancora gli aspetti da chiarire sulla vicenda della morte del cooperante siciliano rimasto ucciso a gennaio in un raid americano al confine tra Pakistan e Afghanistan. “Se la salma verrà ritrovata – aggiunge l’avvocato – è chiaro che la famiglia ne richiederà la restituzione”.
Poi riferendosi alle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Barak Obama ha detto: “le dichiarazioni di Obama lasciano tutti perplessi. Qualsiasi forma di risarcimento non cambia lo stato di cose. Questo ragazzo è vittima del terrorismo, io sono stato contattato dalla famiglia come interlocutore in sostituzione della madre e dei fratelli”. Giarrusso ha aggiunto: “La famiglia pensava che a Natale Giovanni potesse tornare. I parenti sono impreparati a questo genere di cose. E’ difficile avere un’idea chiara di quanto accaduto. L’interlocuzione è tra i governi Italiano e questo statunitense”.
Poi ai cronisti che chiedevano se i familiari avessero avuto altre comunicazioni dalla Farnesina, l’avvocato ha risposto: “C’è il massimo riserbo, non è arrivata nessuna notizia, tranne quelle apprese dai giornali”. In casa Lo Porto oltre ai familiari di Giovanni, c’è anche un funzionario della Farnesina.
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