Tunisia, il ministro del Turismo: Seifeddine non ha agito da solo

L'attentatore non sarebbe arrivato dal mare, ma con un'utilitaria. Il governo schiera mille agenti per proteggere il resort

Tunisia, il ministro del Turismo: Seifeddine non ha agito da solo
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29 Giugno 2015 - 10.22


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L’attentatore che venerdì ha fatto strage di turisti in un resort di Susa in Tunisia, uccidendo 38 persone, frequentava una moschea non autorizzata e non accreditata presso il governo di Tunisi. A renderlo noto è stato il segretario generale dell’Unione tunisina della Conferenza per la riabilitazione degli studenti tunisini, Amani Sassi, intervistata da Radio Shems Fm.

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Seifeddine Rezgui, il cui nome di battaglia era Abu Yahya al-Kairouani, era inoltre solito scandire slogan di incitamento alla violenza, all’estremismo e all’odio. Stava sempre in gruppo con altri cinque studenti, spiega Sassi, due dei quali sono partiti per compiere il jihad in Siria.

E secondo il ministro del turismo tunisino Selma Elloumi Rekik “l’attentatore dell’Hotel Riu Imperial autore della strage di Sousse, non era solo e non è arrivato dal mare, bensì con un utilitaria”. Il ministro ha anche detto che gli inquirenti sono al lavoro per tentare di scoprire la dinamica esatta dell’accaduto. Intanto a collaborare alle indagini anche 16 ufficiali di Scotland Yard.

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Il governo schiera mille agenti per proteggere il resort. Il governo tunisino ha deciso l’istituzione di una polizia turistica a difesa dei resort del paese. Le autorità hanno annunciato voler dispiegare circa mille poliziotti armati negli hotel presenti lungo la costa del paese dando vita ad un modello di polizia turistica con il fine di prevenire pericoli ed eventuali altri attacchi. Il ministro dell’Interno tunisino, Najem Gharsalli, ha affermato sul suo profilo facebook “siamo pronti a mettere in campo mille agenti per difendere i resort”.

Gli uomini armati entreranno in azione sulle spiagge, nei siti archeologici e nei luoghi turistici, ma anche “dentro e fuori gli hotel”, si legge in un comunicato del ministero del Turismo. Il tentativo è quello di cercare di continuare ad attrarre visitatori stranieri in Tunisia nonostante l’attentato di venerdì scorso e quello del 18 marzo, quando un commando era entrato in azione nel Museo nazionale del Bardo a Tunisi uccidendo 21 turisti stranieri, tra cui quattro cittadini italiani, e una guardia della sicurezza tunisina.

I ministri dell’Interno francese, inglese e tedesco a Sousse. Il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, quello inglese Theresa May e quello tedesco Thomas de Maizie’re, saranno in Tunisia per una visita ufficiale per rendere omaggio alle vittime e poi terranno una riunione di lavoro congiunta alla quale seguira’ una conferenza stampa. Lo rende noto un comunicato dell’ambasciata di Francia in Tunisia.

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Intanto il ministro dell’Interno tunisino, Mohamed Najem Gharsalli, ha fatto appello ai cittadini, il governo e i membri della società civile per una rivoluzione della società contro il terrorismo, la criminalità e l’arretratezza culturale e per preservare le conquiste realizzate dalla Repubblica. Nel corso di una conferenza stampa insieme al ministro del Turismo, Salma Elloumi, Gharshalli ha parlato dell’importanza dell’attività di intelligence e dichiarato che l’adeguamento degli organismi preposti è attualmente in corso, in maniera progressiva.

“Non abbiamo bisogno di spie ma di gente dotata di spirito patriottico, che segnalino in tempo una possibile minaccia terroristica”, ha detto. Il ministro ha aggiunto che il suo dicastero è pronto a mettere in campo altri mille agenti per garantire la sicurezza in tutte le regioni.


Cameron: uniti nello shock e nel dolore.
La Gran Bretagna sia “unita nello shock e nel dolore”. Lo ha affermato il premier britannico David Cameron dopo la notizia che nel sanguinoso attentato in Tunisia le vittime del Regno Unito sarebbero almeno 30. Scrivendo sul Daily Telegraph, il primo ministro ha detto che ora il Paese deve diventare “intollerante” nei confronti dell’estremismo islamico e passare al contrattacco contro la sua ideologia.

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Riccardi: Ue la sostenga, se cade tragedia immane. “La Tunisia è sotto attacco: deve diventare paese prioritario per l’Occidente. Serve concretamente tutto il sostegno possibile altrimenti il governo tunisino sarà presto in ginocchio. Tragedia immane”. Lo ha affermato Andrea Riccardi, ex ministro e fondatore della Comunità di Sant’ Egidio, in un’intervista alla Stampa, dopo l’attentato ai resort tunisini.

Perché la Tunisia è un’urgenza? “Si trova accanto a un paese fallito come la Libia. Le stragi nei musei e sulle spiagge sono un messaggio inequivocabile. È come quando il Pkk curdo all’inizio di ogni stagione turistica disseminava di attentati le località balneari turche. La differenza è che la Turchia era un paese forte, la Tunisia è fragilissima. L’Italia e l’Ue devono impedire che la democrazia tunisina crolli. O saranno guai”, ha detto.

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