Fmi, per nuovo piano salvataggio servirebbero 50miliardi . La Grecia avrebbe bisogno di nuovi finanziamenti per 50 miliardi di euro (56 miliardi di dollari) fino al 2018 per far fronte all’insostenibilità del suo debito. Lo afferma il Fmi in un rapporto, dove si rileva che le finanze della Grecia si sono ulteriormente deteriorate perché Atene e’ stata troppo lenta nel varare le riforme economiche necessarie. Il Fmi sottolinea anche che lo scorso anno si prevedeva un calo del debito greco al 128% del pil. Ora il debito e’ tornato a viaggiare verso il 150% entro il 2020. Il rapporto, pubblicato sul sito del Fondo, fa un’analisi del debito greco ed e’ stato redatto poco prima del fallito accordo nelle ultime ore e del default di Atene nei confronti del Fmi. “Questi ultimi sviluppi – si sottolinea – avranno certamente un ulteriore impatto economico e finanziario significativamente negativo” sulla situazione greca. Perché – si ribadisce – “la Grecia è preclusa dall’ottenere nuovi aiuti fino a che non avrà pagato in pieno i suoi arretrati col Fondo”. Nel rapporto si legge anche come secondo il Fmi i creditori dovrebbero offrire alla Grecia tassi di interesse scontati e una estensione del periodo previsto per il rimborso dei prestiti.
“Rassegnerò le dimissioni se vince il si” al referendum. Lo ha dichiarato il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis in una intervista a Bloomberg tv. Il ministro ha anche aggiunto che la Grecia non firmerà “nessun accordo senza la ristrutturazione del debito” greco.
Varoufakis: negoziare nuovo piano aiuti . Il ministro greco Yanis Varoufakis, dopo la giornata di ieri, ha dichiarato che secondo bisogna “negoziare un nuovo programma” di aiuti “perché il precedente è scaduto”. Il ministro ha sottolineato: “Il referendum ha avviato una discussione in Europa su ciò che è sostenibile e ciò che non lo è”. La proposta dei creditori era “da prendere o lasciare” e “abbiamo pensato che non ci sarebbe stata sostenibilità già dal giorno successivo”.
Sondaggio: elettori divisi, il ‘sì’ è in vantaggio. Secondo un sondaggio gli elettori greci sono divisi a metà fra coloro che intendono votare sì e quelli che opteranno per il no. Dunque il referendum, stando a questi dati, potrebbe essere favorevoli al piano internazionale sembrano essere in lieve vantgaggio. L’edizione online del quotidiano Kathimerini ha citato i risultati di una ricerca della società Gpo secondo cui il 47% degli intervistati si è propenso a votare sì. I favorevoli al ‘no’, ovvero la posizione del governo, sono il 43%. Il resto dei greci è indeciso o non andrà alle urne.
Dijsselbloem: difficile aiutare la Grecia se vince il no. “Se vincono no difficile un nuovo piano di aiuti” lo ha dichiarato il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, che ha ammonito gli elettori greci. Il presidente Tsipras infatti ha sempre dichiarato che la vittoria del no, non significherebbe l’immediata uscita della Grezia dalla zona euro.
Berlino: stop ai negoziati, riprenderanno dopo il referendum. Mentre la Grecia tenta di continuare i trattati, la Germania di Angela Merkel chiude le porte: non si tratta con Atene prima del voto del 5 luglio 2015. E’ la Cancelliera a spiegare: “Bisogna aspettare l’esito del referendum”, decisione condivisa con l’Eurogruppo. Non si possono fare nuovi egoziati senza sapere il pensiero dei greci. Il premier greco Alexis Tsipras però ha spiegato di volere un accordo con i creditori, accusandoli anche di ricattare la Grecia e ha invitato tutti i suoi cittadini a esprimere un voto al referendum sulla situazione. Ma se dalle urne dovesse venir fuori un no alle proposte, non sarebbe un voto contro l’Europa e non significherebbe nemmeno la fuoriuscita dall’euro.
Borse caute. Le borse europee, dopo due sedute difficili, hanno aperto in rialzo e anche Tokyo ha chiuso con il segno positivo. I mercati guardano con ottimismo alla difficile situazione greco e alle parole del premier greco che ieri, 1 luglio 2015, in un discorso alla nazione ha lasciato la porta aperta all’Ue, spiegando: “Vogliamo l’accordo, ma che sia sostenibile”.
Moody’s taglia rating, possibile default . Nella notte intanto, l’agenzia Moody’s ha tagliato il rating della Grecia a ‘Caa3’ da ‘Caa2’. Il rating resta sotto osservazione per un ulteriore possibile downgrade, ha spiegato l’agenzia di rating in una nota ufficiale in cui ha specificato che “senza il sostegno dei creditori ufficiali, la Grecia farà default sul debito” detenuto dai privati. L’annuncio del referendum ha aumentato ulteriormente il rischio per i creditori privati, ha aggiunto Moody’s. Una vittoria del ‘no’ al referendum “aumenterebbe probabilmente il rischio di un’uscita” della Grecia “dall’area euro, il che si tradurrebbe in significative perdite per i creditori del settore privato”. Se la Grecia vuole continuare a mantenere gli obblighi con i creditori ufficiali e privati nei prossimi anni, ha “bisogno di raggiungere un accordo duraturo con i suoi creditori ufficiali”.
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