Siria: l'Isis rapisce 230 civili, tra loro molti cristiani

L'episodio è avvenuto nel villaggio di Al-Qaryatain: i sequestrati erano ricercati dai jihadisti perché ritenuti dei collaborazionisti con il regime di Assad.

Siria: l'Isis rapisce 230 civili, tra loro molti cristiani
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7 Agosto 2015 - 11.27


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Altre barbarie, altre persecuzioni contro la comunità cristiana. Almeno 230 civili, tra i quali alcune “decine di cristiani”, sono stati rapiti dall’Isis nella città siriana di Al Qaryatain, che i jihadisti hanno conquistato nei giorni scorsi. Lo ha affermato oggi, 7 agosto 2015, l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), citando fonti locali secondo le quali tra i sequestrati vi sono 19 minorenni e 45 donne.

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I jihadisti sono entrati mercoledì scorso ad Al Qaryatain, località considerata strategica sulla strada che porta da Palmira, città che dal maggio scorso è nelle mani dello Stato islamico, verso la regione montagnosa del Qalamun, nella provincia di Damasco al confine con il Libano.

Al-Qaryatain è situata al confine tra i territori controllati dall’Isis nelle campagne orientali di Homs e la zona occidentale di Qalamun. Prima della guerra ospitava 18mila abitanti, tra cui molti sunniti, 2000 siro-cattolici e cristiani cattolici e ortodossi, ma dopo l’avvento dell’Isis nella regione, secondo alcune stime, cristiani ne sarebbero rimasti in città appena 300.

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Secondo l’Ondus, i sequestrati sono stati scelti in base ad una lista che i miliziani dell’Isis avevano con loro. Alcuni sono stati prelevati nel monastero di San Elian, dove nel maggio scorso uomini armati e a volto coperto avevano rapito il priore cattolico di rito siriaco Jacques Murad. Il convento è legato al monastero di Mar Musa, del gesuita italiano Paolo Dall’Oglio, anche lui rapito, il 29 luglio 2013, mentre si trovava a Raqqa, nel Nord della Siria, e di cui non si sa pù nulla. Padre Murad è conosciuto per le sue iniziative umanitarie in favore sia dei cristiani sia dei musulmani e al momento del sequestro stava organizzando gli aiuti per i profughi che fuggivano da Palmira dopo la conquista della città da parte dell’Isis.



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