Human Rights Watch contro l'Ungheria: questo è nazismo

Il direttore di Human Rights Watch si scaglia senza mezzi termini contro la politica migratoria repressiva dell’Ungheria.

Human Rights Watch contro l'Ungheria: questo è nazismo
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24 Settembre 2015 - 12.26


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Le violenti misure anti migranti messe a punto e adottate dal governo ungherese nelle ultime settimane, in totale spregio dello spirito e del dettato della legislazione comunitaria, sono impregnate della stessa ideologia che venava l’infausto nazionalsocialismo tedesco. In una rovente intervista rilasciata lunedì, il direttore di Human Rights Watch emergency Peter Bouckaert rievoca la pagina più nera e dolorosa dell’intera storia dell’umanità, nel tentativo di spronare Bruxelles e tutti i leader degli Stati membri a frenare Budapest nella battaglia innescata contro i profughi.

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“L’esecutivo ungherese ha approvato delle leggi davvero spietate sul fronte dell’emergenza migratoria – tuona Bouckaert -, che non rispettano minimamente la ratio alla base della legislazione comunitaria. Per questo i leader dell’Ue dovrebbero intervenire con maggiore risolutezza sulla questione. Non si tratta solo della costante violazione dei diritti civili di rifugiati e richiedenti asilo, verso cui il governo ungherese sta mostrando un assoluto disprezzo rinchiudendoli in centri simili a campi di detenzione, proprio come se fossero animali in cattività. In gioco ci sono anche i diritti dei cittadini ungheresi e dunque europei, anch’essi calpestati dalle autorità magiare. Non dimentichiamo che la polizia ungherese sta irrompendo nelle case dei cittadini per verificare la presenza di migranti clandestini. Tutto ciò mi fa venire in mente qualcosa che avrei voluto dimenticare per sempre: il nazismo tedesco, che durante la seconda guerra mondiale agiva esattamente così in fatto di immigrazione”.

“Com’è possibile che l’Ungheria abbia dimenticato così rapidamente – ragiona il direttore di Human Rights Watch emergency – le incredibili tragedie vissute dai suoi cittadini solo 25 anni fa, quando in molti cercavano disperatamente una via di fuga per oltrepassare la cosiddetta ‘cortina di ferro’? Bisogna poi rammentare che molti ungheresi sono fuggiti dal loro Paese durante l’insurrezione del 1956, quando i carri armati sovietici invasero Budapest. L’Ungheria non può dimenticare il suo passato recente e deve quindi prendere esempio dalle repubbliche dell’ex Jugoslavia che non stanno solo aprendo le porte ai migranti, ma anche i loro cuori. E inoltre l’Ungheria ha ricevuto lauti finanziamenti dall’Ue per far crescere l’economia: anche per questo dovrebbe mostrare più responsabilità quando si tratta di accogliere i profughi”.

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(Fonte: Seebiz, Radio Free Europe)

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