“Sono ottimista” ha detto il presidente Usa, Barack Obama, intervenendo all’Onu ad un summit sul terrorismo. “In Iraq e Siria l’Isis è circondato da forze che vogliono distruggerlo e abbiamo visto che può essere sconfitto sul campo di battaglia”. Il presidente americano Barack Obama ha aperto il summit dell’Onu. Per sconfiggere l’Is in Siria serve “un nuovo leader e un governo inclusivo che unisca il popolo siriano nella lotta contro i terroristi. Questo sarà un processo complesso ma siamo pronti a lavorare con tutte le parti, incluse Russia e Iran, per trovare un meccanismo politico con cui sia possibile iniziare un processo di transizione”.
L’Is alla fine perderà perché non ha nulla da offrire se non disperazione e distruzione”. Noi siamo guidati da una “visione migliore” ma la vittoria “richiederà sforzi continui da parte di tutti”. Il “nostro approccio richiederà tempo. Non è facile. Ci saranno successi e passi indietro” perché quella in corso tra Is e una coalizione internazionale capitanata dagli Usa “non è una battaglia convenzionale. La nostra coalizione è cresciuta a oltre 60 Paesi. Oggi diamo il benvenuto ad altri tre: Nigeria, Tunisia e Malaysia”.
Durante il summit il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon ha ammesso che “la minaccia di gruppi estremisti come l’Isis sta crescendo, i dati dell’Onu mostrano un aumento del 70% dei cosiddetti foreign fighter da oltre cento Paesi verso le regioni di conflitto”.
Una stretta di mano tra Barack Obama e Raul Castro ha dato il via al secondo faccia a faccia tra i due laeader nell’ultimo anno. Continua dunque il processo di ‘avvicinamento’ tra Washington e l’Avana avviato lo scorso dicembre, con Castro che chiede la fine dell’embargo. I due si vedranno anche a margine dell’assemblema proprio per discutere di questo.
Renzi nel suo intervento Matteo Renzi ha dichiarato di offrire tutto l’appoggio possibile alla coalizione anti-Is: “La più grande coalizione al mondo deve vincere questa battaglia. Voglio offrire al presidente Obama il sostegno dell’Italia. Sono sicuro che vinceremo e distruggeremo l’Is”.
Russia-Usa Prove di dialogo tra il presidente americano Barack Obama e quello russo Vladimir Putin sulla Siria. E spunta l’ipotesi di raid aerei congiunti anti-Isis. Ma le divergenze sul ruolo del leader siriano Bashar al Assad rimangono e sono nette.
Ed infatti il presidente nel suo discorso ha confermato come sia sua “convinzione” il fatto che l’annientamento dei jihadisti passa necessariamente per l’uscita di scena di Bashar al-Assad. Una dichiarazione che non aiuterà il dialogo con la Russia, storica alleata di Damasco.
I due leader hanno avuto un faccia a faccia a porte chiuse durato 95 minuti dove si sono detti disposti al dialogo sulla transizione politica in Siria, ma sul futuro del presidente Assad “c’è un forte disaccordo”, riferiscono fonti della Casa Bianca.
Il colloquio con Obama e’ stato sorprendentemente franco, costruttivo. Possiamo lavorare insieme”, ha detto Putin in conferenza stampa.
Ma – ha ribadito – i raid aerei in Siria sono illegali perché non c’è l’autorizzazione dell’Onu. Obama e Hollande non sono cittadini siriani. Non possono decidere sul futuro del Paese”. Mentre la Russia e’ aperta alla possibilità di partecipare alla campagna aerea contro l’Isis in Siria (“solo se in linea con con il diritto internazionale”), Putin esclude che le truppe russe, gia’ schierate nel Paese, attaccheranno sul terreno. Fonti della Casa Bianca riferiscono che gli Usa non considerano il dispiegamento delle forze militari russe in Siria come necessariamente distruttivo per ottenere un risultato positivo sul territorio, ma l’opinione dell’amministrazione dipendera’ dalle azioni di Mosca e dal modo in cui proseguiranno.
“Se i russi usano la loro forza militare solamente per combattere l’Isis, allora va bene”, sostiene una fonte della Casa Bianca. “Ma se lo fanno per rafforzare la lotta di Assad contro il suo stesso popolo, questo sara’ negativo”, ha aggiunto. I due leader – emerge inoltre – hanno convenuto che le loro forze armate dovrebbero comunicare al fine di “evitare conflitti militari tra di loro nella regione”. Prima del faccia a faccia, Obama e Putin si erano accusati a vicenda – nei rispettivi interventi all’Assemblea generale dell’Onu – per la catastrofica guerra in Siria e la crisi dei rifugiati che ha contribuito a generare. “Ci sono delle potenze internazionali che agiscono in contraddizione con il diritto internazionale. C’è ‘qualcuno’ – ha affermato l’inquilino della Casa Bianca con una chiara stoccata a Putin – che ci dice che dovremmo sostenere dei tiranni come Assad perché l’alternativa è molto peggio. Assad ha brutalizzato il suo popolo: una soluzione in Siria deve essere la transizione a un nuovo leader. Conduco l’esercito più forte che il mondo abbia mai conosciuto e non esiterò mai a proteggere il mio Paese o i nostri alleati unilateralmente e con la forza se necessario. Ma non possiamo risolvere i problemi del mondo da soli”, ha aggiunto Obama sottolineando che “dopo tanto spargimento di sangue, dopo tanta carneficina, non si può tornare allo status quo”.