Sarebbe di 45 morti e 75 feriti il bilancio dei raid aerei russi su Jabal al-Akrad, alla periferia settentrionale di Lattakia, provincia costiera della Siria occidentale.
A rendere noto il bilancio sono stati gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, spiegando che tra le vittime si contano anche donne e bambini.
Il bilancio “è destinato a crescere a causa dei tanti dispersi sotto le macerie”, ha spiegato una nota degli attivisti.
Tra le vittime, secondo le fonti, ci sarebbe anche un comandante dei ribelli moderati che fanno parte dell’Esercito libero siriano. L’uomo è stato identificato come il capo di stato maggiore della Prima divisione costiera, un gruppo armato dell’opposizione che si ritiene abbia ricevuto armi e rifornimenti dagli Stati Uniti.
L’intervento militare russo in Siria è iniziato lo scorso 30 settembre 2015: Mosca ha accolto la richiesta d’aiuto di Damasco formulata dal presidente Bashar al-Assad. L’obiettivo era quello di colpire lo Stato Islamico (Is) e il Fronte al-Nusra: l’opposizione però ha denunciato che i raid russi hanno preso di mira anche i ribelli che lottano da anni contro l’oppressione di Al-Assad e centinaia di civili.