Siria, ancora armi Usa ai ribelli anti-Assad

Dopo le polemiche per la cattiva gestione del dossier siriano, la Cia rispolvera le tecniche di guerriglia dei tempi dell’Unione Sovietica.

Siria, ancora armi Usa ai ribelli anti-Assad
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26 Ottobre 2015 - 11.47


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Con l’intervento russo in Siria, Washington ha ripreso ad armare massicciamente i ribelli anti-Assad attraverso il canale preferenziale saudita. Secondo “New York Times”, la guerra per procura americana ha rifornito gli oppositori del regime in maniera persino “superiore a quanto necessario”, paracadutando centinaia di casse di munizioni, armi e materiale bellico “da guerriglia”. Di certo, una delle tattiche per fronteggiare adeguatamente le forze armate di Damasco ad Hama, Aleppo e Idlib, i principali fronti caldi di questa nuova offensiva autunnale, consiste nell’opporre alle armate e ai tank russi pilotati dall’esercito siriano i potenti missili anticarro “Tow”.

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I “Tow” (acronimo di Tube-launched Optically-tracked Wire-guided) sono lanciatori che sparano missili guidati via cavo, capaci di penetrare nelle armature dei carri armati e di far arrivare in pochi secondi la temperatura all’interno del carro nemico a migliaia di gradi, cosa che provoca lo scoppio delle munizioni e dello stesso veicolo.

 
La produzione di “Tow” non è recente: i primi risalgono agli anni Settanta, quando furono impiegati dall’esercito americano in Vietnam, ma la loro tecnologia ha conosciuto migliorie significative ed è un prezioso alleato per le milizie che combattono in un simile teatro di guerra. Facile da maneggiare e da posizionare grazie a un treppiedi, può essere posizionato non solo sulle linee di difesa ma anche sopra mezzi di trasporto come jeep e cingolati.

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Come con i lanciarazzi Milan forniti dagli USA e utilizzati dai talebani in Afghanistan ai tempi della guerra contro l’Unione Sovietica, così oggi l’Amministrazione americana ha rispolverato un metodo analogo (peraltro, contro lo stesso storico avversario) che, per adesso, sta dando i suoi frutti e ha frenato l’offensiva militare in larga scala del regime siriano.

 
Vale la pena sottolineare che l’iniziativa di trasferimento dei missili ai ribelli è un’operazione coordinata dalla CIA e non invece dal Pentagono. Nonostante i metodi discutibili di Langley – che ha inutilmente addestrato ribelli, nella convinzione erronea di poterli poi gestire – questa scelta tattica sta avendo più successo di quella varata dal ministero della Difesa, che è fallita perché troppo costosa (vedi i 9,9 milioni di dollari al giorno dei raid aerei) e perché orientata solo in funzione anti-ISIS, anziché nel combattere anche le truppe di Assad, ormai un nemico dichiarato anche per Washington.

Fonte: LookoutNews

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