Putin accusa: i nostri jet dovevano colpire i contrabbandieri di petrolio

Il presidente russo: i nostri jet stavano colpendo le autocisterne usate dal'Isis per trasportare petrolio da vendere alla Turchia. Pugnalata alla schiena

Putin accusa: i nostri jet dovevano colpire i contrabbandieri di petrolio
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24 Novembre 2015 - 15.58


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Dure le parole di Vladimir Putin dopo l’abbattimento del caccia russo da parte delle forze turche: è stato “una pugnalate alle spalle”. Il presidente russo ha rilasciato una dichiarazione in occasione dell’incontro con re Abdullah II di Giordania. “Questo evento va al di là del quadro della lotta al terrorismo. Naturalmente i nostri militari stanno facendo un lavoro eroico contro il terrorismo. Ma la perdita di oggi è una pugnalata alle spalle, sferrata dai complici dei terroristi. Non posso definirla in altro modo. Il nostro aereo è stato abbattuto sul territorio siriano, con un missile aria-aria sparato da un F16 turco ed è caduto in territorio siriano, a quattro chilometri dalla Turchia”.

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Il numero uno del Cremlino ha specificato che l’aereo si trovava in Siria ad un chilometro dal confine turco e “non era una minaccia” per la sicurezza nazionale turca.

E ancora Putin ha denunciato: “Né i nostri piloti né il nostro caccia hanno minacciato il territorio turco, questo è ovvio, stavano combattendo i terroristi nelle aree settentrionali intorno a Latakia, dove si trovano i militanti, per lo più gente proveniente dalla Russia, e stanno facendo il loro compito, per assicurarsi che queste persone non tornassero in Russia. Si tratta chiaramente di terroristi internazionali”.

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Infine, il presidente russo ha ricordato che, “dal momento che l’Is ha risorse enormi, di centinaia di milioni di dollari provenienti da vendite illegali di petrolio, e che è protetto dalle Forze armate di altri Stati, allora è chiaro perché sono così sfrontati, perchè uccidono gente, perché conducono attacchi terroristici in tutto il mondo, anche nel cuore dell’Europa”.

Insomma: Erdogan da che parte sta?




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