Jet russo: il pilota salvato dopo 12 ore

Un'operazione da film: elicotteri e forze speciali in azione, anche se russi, turchi e ribelli siriani hanno verisoni diverse

Jet russo: il pilota salvato dopo 12 ore
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25 Novembre 2015 - 22.23


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Un portavoce dei ribelli siriani ha descritto la rocambolesca operazione di salvataggio di Konstantin Murakhtin, il secondo pilota e navigatore del jet russo Su-24 abbattuto ieri dai turchi, come “un film di James Bond”. Di ora in ora emergono sempre più dettagli su quanto è avvenuto, anche se non è ancora tutto chiaro, visto che Turchia e Russia continuano col braccio di ferro e con le accuse.

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Si sa solo che a bordo c’erano due piloti, uno dei quali si è salvato: dopo essersi lanciato fuori dall’aereo con il pilota che è morto, stando alla versione ufficiale fornita dal ministero della Difesa russo, Mitrokhin è stato tratto in salvo da un commando di forze speciali dell’esercito siriano, in collaborazione con i russi, che sono entrati per 4,5 chilometri in una zona controllata dai “terroristi”. In tutto questa operazione è durata ben 12 ore e ha richiesto l’intervento di elicorreri e forze speciali.

Stando invece alla versione dei ribelli siriani le cose sarebbero andate diversamente. Secondo il portavoce del gruppo Sham, alleato dell’Esercito libero siriano, il pilota è atterrato con il suo paracadute in una zona che né le forze del regime di Assad né quelle ribelli sono mai riusciti a controllare. “Gli abitanti della zona hanno sentito il frastuono di elicotteri e jet per tutta la notte”, ha raccontato.

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Per Rami Abdurrahman, il direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, il pilota russo è atterrato in una “sorta di terra di nessuno”, che tecnicamente si trova dietro le linee dei ribelli, ed è stato tratto in salvo da un commando di forze speciali siriane coadiuvate dalle forze russe che ne hanno individuato la posizione con il Gps. “Il commando ci ha messo qualche ore per riuscire a portare il soldato in una zona sicura e da lì trasferirlo in aereo fino a Hemeimeem”, la base militare russa nella provincia di Latakia.

E poi c’è una terza ricostruzione: Murakhtin sarebbe stato stato soccorso da forze speciali siriane aiutate dagli Hezbollah libanesi. Il pilota non ha fornito nessun dettaglio sull’operazione. Si è solo limitato a dire che “tutto sommato si sente bene. I medici militari hanno fatto miracoli”. E poi ha aggiunto. “Non vedo l’ora di ritornare in servizio”.

IL VIDEO DEL PILOTA UCCISO

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Le immagini mostrano un uomo mentre scende col paracadute ma viene preso di mira da lontano da colpi di fucile automatico. Prima di toccare terra l’uomo muove le gambe, ma il filmato si chiude senza che vi siano indicazioni sulla sua sorte.

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