Afghanistan, i talebani uccidono un bimbo-soldato mentre va a scuola

Aveva solo 14 anni, ma si era arruolato per combattere i talebani che minacciano il suo paese. I suoi nemici lo hanno seguito e gli hanno sparato a bruciapelo in testa.

Wasil Mohammed
Wasil Mohammed
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4 Febbraio 2016 - 09.30


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Nonostante avesse solo 14 anni, aveva deciso di arruolarsi per combattere i talebani che minacciano il suo paese, l’Afghanistan. Ma la sua ‘battaglia’ è durata poco: i suoi nemici lo hanno aspettato mentre faceva compere in un quartiere della sua città Tirinkot, probabilmente andando a scuola, e gli hanno sparato a bruciapelo in testa, ferendolo gravemente. E’ stato portato in ospedale e poi trasferito a Kandahar City viste le gravi condizioni, ma non ce l’ha fatta. Wasil Mohammed, questo era il suo nome, finisce così nella ormai tristemente lunga lista dei bambini soldato, una vera e propria emergenza non solo nella regione mediorientale ma in tutto il mondo. A metterlo involontariamente nel ‘mirino’ dei talebani – che secondo quanto riferisce Sky News hanno rivendicato l’agguato – probabilmente è stato lo zio.

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Wasil era infatti nipote di Mullah Abdul Samad, un ex talebano ‘convertito’, diventato un comandante della polizia del distretto di Khas Uruzgan. Parlando di un’operazione condotta l’anno scorso, Samad aveva orgogliosamente lodato il nipote, citandolo e mostrandolo in numerose foto – in cui Wasil con una faccina da bimbo, appare in assetto militare, con casco e fucile in mano – come un “eroe” che si era battuto più volte al fronte. “Ha combattuto come un eroe, ha condotto con successo i miei uomini, al posto mio, per ben 44 giorni fino a quando ho recuperato le forze dopo le ferite”, aveva raccontato riferendo di un’operazione, l’anno scorso, in cui il piccolo aveva guidato una difesa armata contro un assedio talebano, sparando razzi da un tetto, dopo che lo zio era stato colpito. Dura la reazione della Commissione indipendente afghana per i diritti umani che punta il dito, indistintamente, sulla famiglia del ragazzo, sul governo e sui talebani. “Forse ha preso le armi per vendicare la morte del padre, ma era illegale e la polizia non doveva parlarne come un eroe, rivelandone l’identità anche agli insorti”, ha detto il portavoce della commissione Rafiullah Baidar.

L’impiego dei bambini soldato è illegale in Afghanistan, ma ampiamente diffuso. Secondo dati delle organizzazioni internazionali tutte e due le parti, forze governative e ribelli, li arruolano da tempo tra le loro fila. Ma non si tratta di una piaga solo afghana. Nel mondo – secondo i dati dell’Ong ‘War Child’, c’è un esercito più o meno occulto di almeno 250.000 bambini soldato di cui quasi la metà sono ragazze. Tanti piccoli Wasil che per un giorno da ‘eroe’ perdono l’innocenza e la vita.

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