Sono 22 le vittime accertate finora della seconda forte scossa di magnitudo 7,3 che ha colpito l’isola di Kyushu, nel sud-ovest del Giappone. I soccorsi stanno procedendo a tappe forzate per liberare altre persone rimaste intrappolate nel collasso di diversi edifici. Si tratta della seconda forte scossa degli ultimi due giorni, dopo quella di magnitudo 6.5 che ha colpito la regione giovedì con un bilancio di nove vittime e 1.100 feriti (1500 contando anche quelli di ieri).
Secondo la tv pubblica Nhk, 2.000 persone hanno ricevuto cure e assistenza negli ospedali per le ferite riportate, mentre il numero degli evacuati ha raggiunto le 70.000 unità. Sono migliaia le case rimaste senza luce, gas e acqua.
Il sisma, aggiornato da una magnitudo iniziale di 7.0, si è verificato alle 1:25 locali con epicentro nella regione di Kumamoto e ad una profondità di 12 chilometri. L’agenzia nazionale meteorologica ha lanciato un allarme tsunami nel mare di Ariake, successivamente rientrato.
I media locali hanno riferito anche di un’eruzione “su piccola scala” sul Monte Aso, un grande vulcano attivo in Kumamoto, ma l’Agenzia meteorologica giapponese ha detto che non è chiaro se l’eruzione sia legata ai terremoti.
Secondo l’agenzia nazionale meteorologica ci sono state più di 260 scosse di assestamento dalla prima forte scossa, quella di magnitudo 6.5 che si è verificata nella notte tra giovedì e venerdì provocando 10 vittime. Una serie di scosse minori è seguita nelle ore successive, tra le quali una di magnitudo 5,4 stamani.
Calendario sportivo interrotto. Tutti gli eventi sportivi di calcio, basket e baseball programmati per sabato nel Kyushu, a sud est del Giappone, sono stati cancellati per motivi di sicurezza. Due partite del campionato di calcio della serie maggiore (J-League) programmate per oggi, e 4 delle serie minori, insieme a eventi di ippica e ciclismo a Kumamoto e Fukuoka sono stati posticipati a date da destinare, mentre si susseguono le scosse di assestamento che hanno provocato la chiusura dell’aeroporto di Kumamoto e la parziale interruzione dei collegamenti stradali tra le prefetture di Kumamoto e quella di Oita.
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