Brasile, la vittima dello stupro di massa: la polizia voleva incolparmi

La 16enne abusata a turno da oltre trenta stupratori ha confessato: deporre è stato orribile, volevano darmi la colpa. Il caso è passato ad altro commissariato.

Manifestazioni contro le violenze
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30 Maggio 2016 - 15.39


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Violentata a turno da 33 orchi, poi il video sul web, adesso anche questo. Oltra al danno la beffa, amara. Ecco il secondo capitolo di maschilismo cieco e violento a Rio de Janeiro. 

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E non si placa in Brasile l’ondata di indignazione popolare provocata dallo stupro di massa compiuto ai danni di una sedicenne: nel mirino sono finite anche le forze dell’ordine, accusate dalla vittima di cercare di incriminarla per l’accaduto.
La deposizione. “Deporre è stato orribile, volevano incolparmi per una cosa che non ho fatto”, ha detto l’adolescente in un’intervista andata in onda la notte scorsa su una tv locale. Dopo le rivelazioni, il caso è passato dal Commissariato per la repressione dei crimini informatici (Drci) a quello per i crimini contro gli adolescenti (Dcav), guidato da un commissario donna. Anche il capo della Polizia civile di Rio, Fernando Veloso, è stato criticato per maschilismo dopo aver dichiarato che la perizia sul video degli abusi, divulgato sui social network, potrebbe “contraddire il senso comune”, mostrando che “non c’è nessuna traccia di sangue” nelle parti intime della ragazza.
Intanto la giovane è tornata a parlare anche dei suoi stupratori, oltre 30, tra cui – secondo le prime indagini – il suo ex fidanzato: “Auguro a tutti di avere una figlia”, ha detto.

#EstuproNaoÉCulpaDaVitima Alla condanna nelle reti sociali si sono aggiunte anche quelle di Dilma Rousseff, la presidente sospesa temporaneamente dall’incarico, e del governo ad interim. L’hashtag  (Lo stupro non è colpa della vittima) ha inondato Twitter nelle ultime 24 ore, per dare voce all’indignazione di migliaia di internauti.
La polizia ha localizzato la casa dove la 16enne è stata stuprata dal gruppo di uomini. Venerdì scorso l’adolescente, accompagnata dalla madre, è anche tornata al commissariato. Nella prima deposizione giovedi’ la ragazza aveva raccontato che il sabato precedente era andata a casa del ragazzo con il quale aveva una relazione, non lontano dalle installazioni dei Giochi Olimpici. Erano soli e sono stati insieme alcune ore. Quando si e’ svegliata domenica, si trovava in un altro appartamento della stessa favela (nella zona occidentale di Rio) con un gruppo di uomini armati di fucili e pistole. Era drogata e nuda. La famiglia ha saputo dell’accaduto solo mercoledì quando i criminali hanno postato su Twitter un video e alcune delle immagini dele stupro, che ritraggono la ragazza svenuta e con i genitali insanguinati.

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Rousseff e Temer. La presidente Dilma Rousseff ha espresso la sua solidarietà sui social network: “Ancora una volta ribadisco il mio rifiuto della violenza contro le donne. Dobbiamo lottare per denunciare e punire questo crimine”. Sempre sui social network il presidente in carica, Michel Temer ha detto che “e’ assurdo che nel 21esimo secolo si debbano vivere crimini barbarici come questo”. Il caso ha aperto un dibattito in Brasile sulla cosiddetta “cultura dello stupro”. In varie città ci sono state manifestazioni di appoggio alla ragazza e di condanna della violenza sessuale ma allo stesso tempo si sono levate anche voci di critica e tentativi di criminalizzare le vittime. A Rio de Janeiro, un gruppo di circa 200 persone, in gran parte donne, si è’ concentrato dinanzi all’Assemblea legislativa, con striscioni del tipo ‘Quando dico ‘no’ è ‘no'”. Alleviata dalle dimostrazioni di solidarieta’ ricevute, la ragazza ha scritto su Twitter. “Tutte possiamo passarci. Non fa male l’utero. Fa male l’anima”. Nel 2014 sono stati registrati nel Paese latinoamericano oltre 47mila violenze sessuali, un dato inferiore alla realta’ dato che secondo le stime solo il 35% degli abusi vengono denunciati.

 

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