Un retroscena che nessuno sapeva e che rende la sua figura ancora più grande: Mohammad Ali-Cassius Clay, fu un mediatore segreto tra Iran e Iraq per lo scambio e la liberazione di prigionieri di guerra.
A rivelarlo, a quattro giorni dalla morte del mito del ring, è stato il giornale iraniano Arman, che ha citato Vahid Moradi, un ex dirigente dell’Organizzazione per lo Sport della Repubblica islamica.
Clay fece due visite in Iran: la prima pubblica nel maggio 1993, con una grande copertura mediatica. La seconda, tre mesi dopo, fu invece assolutamente segreta. In quell’occasione ebbe un incontro con l’allora presidente della Repubblica islamica, Akbar Hashemi Rafsanjani, ed insieme a lui si recò in un’area di confine con l’Iraq. Qui avvenne un summit con il vicepresidente iracheno, Izzat Ibrahim, e il pugile – ha riferito Arman, citando sempre Moradi, testimone dei fatti – svolse un grande ruolo nello scambio di prigionieri tra I due Paesi.
La guerra tra Iran-Iraq, scoppiata nel settembre 1980 quando le forze armate di Saddam Hussein avevano invaso il territorio della Repubblica islamica, era durata otto anni, provocando milioni di morti e di feriti e centinaia di migliaia di prigionieri.