Parole totalmente condivisibili: “Quella del genocidio ignorato degli Yazidi e delle fosse comuni è una tragedia che non si riesce a mettere all’attenzione dell’opinione pubblica, malgrado tutti gli sforzi che abbiamo fatto come ‘Non c’è Pace senza Giustizia’”. Lo ha sottolineato l’ex ministro degli Esteri Emma Bonino in un intervento su Radio Radicale.
“A Gaziantep – ha continuato – sono venuti alcuni funzionari della Corte Penale internazionale per insegnare a chi fa le inchieste a farle in modo che poi siano presentabili. E’ un lavoro che potremo fare in aiuto al procuratore e al giudice locali che già se ne occupano, ma per il momento non ci siamo riusciti”.
”Non c’è Pace senza Giustizia ha organizzato due missioni dagli Yazidi, con poi audizione al Parlamento europeo nel 2015 e una recentemente nel luglio scorso ma non c’è stato verso di trovare, a parte sulla stampa internazionale, alcun riflesso vero di azione politica conseguente. Continueremo – ha detto ancora Bonino – perché, come dicono gli attivisti yazidi, occorre che il tempo non copra queste tragedie e drammi inenarrabili”. (segue)
“Ed è un po’ lo stesso progetto – ha continuato l’ex ministro degli Esteri – che ‘Non c’è pace senza giustizia’ con molta difficoltà sta portando avanti a Gaziantep, in Turchia, proprio dove recentemente c’è stato l’attentato con 50 morti, cercando di interrogare rifugiati e operatori, per compilare un dossier come già facemmo con i crimini di Milosevic che poi formalmente arrivò alla Corte Penale per la ex Jugoslavia.
“Condivido però con Adriano Sofri la difficoltà di far esplodere questa notizia, in particolare la assoluta immobilità perché sarebbe possibile demandare questo dramma alla Corte Penale internazionale. Questo lo può fare solo il Consiglio di sicurezza, che però è in uno stato di totale stallo, oppure potrebbe farlo il governo iracheno, anche se non è firmatario della Corte”
“Il secondo rapporto al Parlamento Europeo, chiede esattamente al governo iracheno di denunciare e affidare quindi questo caso alla CPI che fu istituita dopo Srebrenica ma entrò in funzione dopo il 2000. Quello che è drammatico è che non riusciamo a mobilitare alcuna azione politica consistente – ha concluso Bonino – per mettere un punto su questa situazione e aprire i riflettori su queste tragedie nelle tragedie