Passi in avanti, questa volta congiunti, per la risoluzione del caos della guerra siriana. L’accordo prevede un cessate il fuoco che dovrebbe cominciare con il tramonto di lunedì, coincidendo con la festa musulmana di Eid al Adha.
Stati Uniti e Russia hanno trovato venerdì sera un accordo sulla Siria per un cessate il fuoco che aiuti a portare il martoriato Paese verso una transizione politica, anche attraverso una collaborazione militare sul campo: un accordo che, se applicato, entrerà in vigore dal tramonto di lunedì.
L’accordo segnerà un ‘punto di svolta’ in direzione della fine della sanguinosa guerra civile, secondo il segretario di Stato Usa, John Kerry, che ha fatto l’annuncio alla stampa a notte fonda insieme al suo omologo russo, Serghiei Lavrov, a Ginevra, al termine di una lunga maratona negoziale di oltre 13 ore. Secondo Lavrov, il regime dell’alleato Bashar al Assad, a questo punto è “pronto” a collaborare.
L’obiettivo finale dell’accordo è creare le condizioni per la ripresa dei negoziati di pace, hanno detto i due ministri degli esteri. Una svolta possibile, ha fatto capire Kerry, se verrà messa in pratica anche dal regime di Bashar al Assad, alleato di Mosca, e anche dai gruppi ribelli sostenuti dagli Usa.
Le forze governative dunque dovrebbero sospendere le operazioni e i bombardamenti, in particolare quelli che negli ultimi mesi hanno dilaniato la città di Aleppo, uccidendo almeno 700 civili tra cui 160 bambini.
Se la tregua reggerà, americani e russi cominceranno ad avviare una collaborazione militare e di intelligence, scambiandosi informazioni su come combattere i terroristi. Sul piano politico, Mosca dovrà garantire che il regime di Assad rispetti i termini dell’intesa e fermi i combattimenti, mentre Washington dovrà separare le forze dei ribelli laici e moderati dai gruppi come al Nusra e l’Isis. Una volta realizzati tutti questi punti, americani e russi potrebbero coordinare le loro azioni per sconfiggere e scacciare dalla Siria i terroristi, con l’aiuto congiunto delle forze governative e dei ribelli laici. L’accordo, in questo modo, darebbe una nuova spinta alla mediazione diplomatica condotta dall’inviato dell’Onu, Staffan de Mistura, per trovare poi una soluzione politica di lungo termine al conflitto.