Parole. Ottime parole. Ma le sole parole non servono: il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha condannato gli attacchi sferrati contro la popolazione civile assediata dal regime di Damasco nella zona orientale di Aleppo controllata dai ribelli. In una risoluzione, contestata dalla Russia, si legge che il Consiglio ”condanna con forza l’offensiva militare condotta dalle forze fedeli alle autorità siriane nella zona orientale di Aleppo e chiede di fermare immediatamente il bombardamento indiscriminato contro la popolazione civile”.
La risoluzione, redatta dai Paesi arabi e occidentali, è stata adottata con 26 voti a favore. Sette i Paesi che si sono opposti al documento, tra cui appunto la Russia, mentre 14 Paesi in via di sviluppo hanno scelto di astenersi.
L’offensiva militare lanciata da Damasco con il sostegno degli alleati russi mira a riprendere il controllo dell’intera città di Aleppo, che dal 2012 è divisa in due con la zona orientale in mano ai ribelli e quella occidentale controllata dal regime.
Solo questa settimana ad Aleppo 96 bambini sono stati uccisi e 223 feriti, secondo dati Unicef. Sono almeno 300 i bambini uccisi o feriti negli ultimi cinque giorni nelle zone controllate dai ribelli in città secondo Save the Children. Terribili sono inoltre le condizioni di vita, causa il bombardamento degli ospedali e delle stazioni di pompaggio dell’acqua potabile.
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