Drogata, stuprata e torturata prima di morire. La storia drammatica di Lucia Perez, ragazza argentina di soli 16 anni, è divetata un simbolo di lotta per le donne. Le donne argentine, che di fronte a tanta violenza, non posso più chiudere gli occhi.
Così la popolazione femminile si mobilita per una giornata di protesta. Perché dietro il caso della ragazza rapita, violentata e uccisa da tre uomini c’è una piaga spaventosa: quasi mille giovani ogni anno spariscono, sequestrate e costrette a lavorare nei postriboli e nel solo 2015 ci sono stati 235 femminicidi. Le associazioni: “Stato e polizia inerti e complici”
Cinquanta collettivi di donne hanno indetto per oggi uno sciopero contro la violenza di genere, dopo l’ultimo brutale caso di cui è rimasta vittima la studentessa di 16 anni.
Lucia Perez è stata prelevata dalla sua scuola a Mar del Plata, costretta ad assumere cocaina, stuprata e “impalata” con un “oggetto non specificato”, con conseguente emorragia interna che ne ha causato il decesso, avvenuto l’8 ottobre.
“Sono una madre e una donna e nella mia carriera ho visto migliaia di cose, ma niente pari a questa sequenza di atti ripugnanti”, ha detto la procuratrice Maria Isabel Sanchez.
L’omicidio della studentessa è solo l’ultimo caso di violenza contro le donne registrato in Argentina, dove si sono tenute diverse manifestazioni di piazza. Per oggi i collettivi femminili hanno invitato le donne argentine a “scioperare” per un’ora, dalle 13 alle 14, e a scendere in piazza vestite di nero. Una delle organizzatrici, Sabrina Cartabia, ha precisato che la protesta è stata indetta non solo contro l’omicidio di Perez, ma contro una cultura in cui le donne valgono meno degli uomini. “In un contesto di insicurezza sociale, con i bambini di cui prendersi cura e nessun accesso a un’indipendenza economica, è molto più difficile superare la violenza domestica”, ha detto Cartabia, legale del gruppo Women’s Network. In Argentina la violenza domestica causa la morte, in media, di una donna ogni 36 ore.
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