L'esercito iracheno dentro Mosul: "La vera battaglia è ora"

Ieri l'esercito è entrato in città, per liberarla dall'Isis. Oltre 5000 jihadisti pronti a resistere. Onu: "Aprire corridoi umanitari per i civili".

La battaglia di Mosul
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2 Novembre 2016 - 10.04


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La “vera” battaglia per liberare Mosul inizia ora: è quanto ha annunciato il numero uno dell’anti-terrorismo iracheno (Cts) il generale Taleb Cheghati al-Kenani, spiegando che adesso è iniziata la liberazione della città. Nel tardo pomeriggio di ieri, 1 novembre 2016, i soldati iracheni sono entrati alla periferia di Mosul, per riprendere la città, roccaforte in Iraq dell’Isis. Le forze d’elite sono entrate da Nord dal quartiere periferico di Judaidat Al-Mufti, secondo il centro di comando dell’esercito.

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“Collaboriamo con l’esercito per mettere in sicurezza le zone e avanzare insieme”, ha aggiunto Muntadhar Salem,un alto responsabile del Cts. Ieri, dopo l’ingresso delle forze speciali, il primo ministro iracheno Haider al-Abadi aveva detto con ottimismo: “Chiuderemo il nostro pugno intorno all’Isis da tutti i fronti”.

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Isis: rastrellamenti di giovani maschi. Intanto ieri, dopo l’ingresso delle forze di liberazione a Mosul,”i miliziani dell’Isis hanno rastrellato numerosi giovani maschi nei quartieri della città e ora sono tenuti in ostaggio nelle moschee del centro”: a dirlo sono gli attivisti anti-isis di Mosul. Nel quartiere di Kharama, zona orientale a ridosso del cuore della capitale del califfato, “gli abitanti si sono barricati nelle case. i miliziani dell’Isis sembrano scomparsi. I civili sono terrorizzati, aspettano l’arrivo dei liberatori. ieri molti sono finiti in mezzo al fuoco incrociato. un’intera famiglia e’ stata uccisa”.

Tra i 3 e i 5mila jihadisti pronti a resistere. Secondo gli esperti i combattenti Isis ancora asserragliati nella città sono tra 3.000 e 5.000. Intanto sulla città stanno convergendo migliaia di combattenti da Est, Nord e Sud con il sostegno dei raid della coalizione internazionale guidata dagli Usa.

Oltre 1,5 milioni di civili a Mosul. Le forze irachene dovranno tentare di aprire i corridoi umanitari per i circa 1,5 milioni di civili che abitano ancora nella città, secondo l’Onu. “E’ urgente” in particolare per i “circa 600mila bambini” perché “non possiamo aspettare che quello che succede ad Aleppo avvenga anche” a Mosul, ha dichiarato Maurizio Crivellaro, direttore per l’Iraq di Save The Children.  

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