Ad Aleppo si muore implorando un Dio lontano

Mai la città aveva conosciuto tanti bombardamenti, mai tanta morte e tanta distruzione

Un bambino ferito nei bombardamenti ad Aleppo
Un bambino ferito nei bombardamenti ad Aleppo
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Onofrio Dispenza Modifica articolo

19 Novembre 2016 - 21.01


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Sarebbe più onesto dire “Guai se nasci ad Aleppo, ti ammazziamo prima che tu possa iniziare a camminare…”. Più onesto dire:” Spianeremo tutto, la vostra vita non vale…”. Più onesto dire:” I vostri cadaveri ci servono per riempire di pedine la nostra scacchiera, per giocarci…”. Il mondo si ritrova Trump in una metà, e nell’altra Putin. Da una parte l’indicibile e l’inimmaginabile, dall’altra la convinzione dello zar di essere divenuto l’unico leader del pianeta e di poter dettare, come mai, i tempi al mondo, anche nello sterminio dei siriani, cadeau ad Assad. Tra l’uno e l’altro, Erdogan che scivola lungo il pendio che dall’irrazionalità porta alla dittatura. Povera Siria, e povera Aleppo. Mai la città aveva conosciuto tanti bombardamenti, mai tanta morte e tanta distruzione, mai così residuale nel corso della vita del mondo. Ad Aleppo est non c’è più un solo ospedale, l’ultimo è stato bombardato e distrutto in diretta. Lo mostra, in diretta, un video di Al Jazeera: la distruzione, la disperazione e lutto sopra lutto. Si stanno soccorrendo le vittime di bombardamenti inquietanti e che vanno anche oltre le “regole” della guerra, quando ad un tratto si fa buio. E quando si accende una torcia elettrica, nella polvere – accompagnate dalle urla e dalle implorazioni ad un Dio lontano – si muovono le ombre di medici, infermieri, “caschi bianchi”, feriti in fuga e tanti bambini. “Prendete le incubatrici!”, qualcuno urla nel buio. Una mamma stringe un neonato e piange a dirotto, sulla spalla di un’altra donna. La scena è l’esatto contrario del presepe che presto allestiremo. E all’improvviso  appare nella sua oscenità il “dibattito” del nostro piccolo, sconnesso cortile.

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