Addio a Simone Veil, fu presidente Ue: sopravvisse ad Auschwitz

Esponente di spicco della sinistra francese, fu sempre in prima fila per i diritti delle donne.

Simone Veil
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Claudia Sarritzu Modifica articolo

30 Giugno 2017 - 09.23


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Una grande figura, grande europeista: Simone Veil, dirigente di spicco della politica francese ed europea, ministro della salute e presidente del Parlamento dell’Ue, sopravvissuta alla Shoah e poi in prima linea nella lotta per i diritti delle donne, è morta oggi a Parigi all’età di 89 anni.
Ad annunciare il decesso il figlio Jean Veil, ricordando che avrebbe compiuto 90 anni il 13 luglio prossimo. Nel 1975 promosse la legge che depenalizzava l’interruzione volontaria di gravidanza. Nata a Nizza nel 1927 con il cognome di Jacob, nel 1946 aveva sposato Antoine Veil da cui ha avuto tre figli. Presidente del Parlamento Ue dal 1979 al 1982, esponente di spicco della “gauche”, durante la Seconda guerra mondiale era stata deportata nel campo di sterminio di Auschwitz. Sopravvisse insieme con la sorella, fino all’arrivo dell’Armata Rossa e alla liberazione il 27 gennaio 1945.

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Una donna straordinaria che dall’orrore dell’olocausto è riuscita a riemergere forte e coraggiosa, battagliera, profondamente consapevole del necessario ruolo delle donne nella vita pubblica del paese. Lavorerà infatti prima come magistrato e poi enterà in politica fino a raggiungere un primato storico: prima donna donna presidente del Parlamento europeo. 

Dopo aver smesso di esercitare la professione di avvocato nel 1956 inizia la carriera al ministero della Giustizia e quindi al Consiglio superiore della magistratura. Viene nominata una prima volta ministra della salute nel 1974, presidente Valery Giscard d’Estaing. E’ poi stata presidente del Parlamento europeo nel 1979, ministra della salute nel governo di Edouard Balladur (1993-95) e poi nel consiglio costituzionale, dal 1998 al 2007.

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Il presidente Emmanuel Macron ha espresso le sue più vive condoglianze alla famiglia di Simone Veil auspicando che “il suo esempio possa ispirare i nostri compatrioti che vi troveranno il meglio della Francia”.

Un esempio di cultura, intelligenza, determinazione, senso del dovere per tante giovani donne europee. 

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