L'ultimo appello della mamma di Charlie: stanno per staccargli la spina

Dall'Italia chiamano i medici inglesi: Fermatevi, il protocollo scientifico di trattamento sperimentale è pronto

Charlie Gard
Charlie Gard
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6 Luglio 2017 - 20.18


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Una brutta storia. Perché di mezzo c’è la sorte di un neonato che non ha alcuna prospettiva di vita e che è tenuto in vita artificialmente.
Per i medici è accanimento terapeutico e come tale va interrotto. Per i genitori e altri è mandare a morte un innocente: «Stanno per staccargli la spina». Il grido di dolore della mamma di Charlie arriva in Italia attraverso Piero Santantonio, presidente dell’associazione Mitocon che si occupa proprio di malattie mitocondriali come quella che ha colpito il piccolo paziente inglese e che è in costante contatto con la famiglia Gard. E dall’Italia rimbalza oltre Manica l’appello alle autorità britanniche: «Fermatevi, il protocollo scientifico di trattamento sperimentale è pronto».
«Oggi pomeriggio si è tenuta una riunione tra i medici e i ricercatori dell’equipe internazionale e tra poche ore sarà resa nota una posizione ufficiale rispetto alle possibilità terapeutiche percorribili per il piccolo Charlie», ha annunciato Santantonio. Gli scienziati stanno lavorando sulle sindromi da deplezione del Dna mitocondriale e nello specifico su quelle indotte dalla mutazione RRM2B, che ha colpito il piccolo Charlie. «La terapia nucleosidica – ha spiegato Santantonio – ha già dato dimostrazione di efficacia in un numero significativo di casi, con particolare riferimento ai risultati che dimostrano la possibilità dei nucleosidi di superare la barriera ematoencefalica. In base a queste ulteriori e nuove valutazioni il gruppo di lavoro è dunque giunto alla conclusione che la terapia nucleosidica possa essere efficace nel caso del piccolo Charlie».
Una notizia che potrebbe cambiare completamente il quadro giuridico e medico nel quale si sono mossi finora i medici e le autorità britanniche. Secondo il costituzionalista ed ex ministro della Sanità Renato Balduzzi, il Great Ormond Street Hospital di Londra, dove è ricoverato Charlie, «non è obbligato ma è autorizzato» a staccare la spina. Ma se intervengono novità scientifiche (come il protocollo sperimentale in corso di pubblicazione da parte dell’equipe di esperti internazionali) allora dovrebbe o decidere di utilizzare quella opportunità di cura oppure potrebbe chiedere ai giudici cosa fare di fronte a questa novità. Un parere che Balduzzi ha fornito all’ospedale Bambino Gesù che si era offerto di accogliere il bambino.
Intanto la vicenda di Charlie irrompe nel G20 che si aprirà domani ad Amburgo. Secondo i media del Regno Unito, il presidente americano Donald Trump farà pressioni direttamente sulla premier britannica Theresa May per farle dare il via libera al trasferimento del neonato in un ospedale negli Usa.
La Casa Bianca ha chiesto infatti un incontro bilaterale fra i due leader nel quale il capo di Stato statunitense tenterà di convincere il primo ministro a intervenire, sebbene quest’ultima abbia fatto capire, anche ieri alla Camera dei Comuni, di non voler interferire con le decisioni dei medici e dei tribunali inglesi che hanno deciso di staccare la spina al bimbo. Un portavoce dei Gard ha affermato che l’amministrazione Trump si sta impegnando molto in proposito ed è in contatto con la famiglia del neonato di 11 mesi, il centro pediatrico londinese, il governo britannico e il medico americano che è pronto a sottoporre gratuitamente il bimbo a una terapia sperimentale. «Il presidente Trump ha una profonda conoscenza di tutto il caso e il suo non è stato un tweet improvvisato», ha detto ancora il portavoce riferendosi al primo messaggio di solidarietà e di offerta di aiuto pubblicato dal presidente sul suo profilo Twitter.

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