Fognini inciampa sul sessismo: dà della 'troia' a una giudice

Il tennista ligure, all'ennesimo exploit, multato di 24 mila dollari per gli epiteti contro Louise Engzell, peraltro tra le più esperte del circuito

Fabio Fognini litiga con un giudice
Fabio Fognini litiga con un giudice
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Diego Minuti Modifica articolo

2 Settembre 2017 - 08.10


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Probabilmente quando è a casa, con la moglie, l’ex tennista Flavia Pennetta, ed il bimbo nato pochi mesi fa, Fabio Fognini è un ragazzo dolcissimo, capace di gesti gentili e che mai alzerebbe la voce anche davanti a qualcosa che ne giustificherebbe una reazione fuori dalle righe. Ma, evidentemente, nella psiche di questo ragazzo dal talento purissimo e dall’altrettanta purissima follia agonistica quando si sente danneggiato, quando ritiene di avere subito degli sgarbi, si scatenano reazioni che dire eccessive è poco. L’ultima delle sue corbellerie è stata in occasione degli Us open quando ha pensato bene di insultare pesantemente il giudice di sedia, Louise Engzell, peraltro tra le più esperte del circuito, con un epiteto pesantissimo (”sei una troia”) che ben difficilmente, in caso di giudice uomo, avrebbe declinato in uno al maschile.
Il tutto condito da un crescente nervosismo mostrato durante la partita con un altro italiano, Stefano Travaglia, che, sfavorito dal pronostico, stava giocando bene, approfittando anche degli inattesi errori di Fognini. Cosa che ha portato l’ira del tennista ligure fuori controllo, aprendo il rubinetto dei mugugni, delle proteste e, quindi, degli insulti. Se poi ci aggiungiamo che, alla fine della partita, Fognini ha violato una delle regole morali del tennis – ovvero, qualce che sia stato l’esito dell’incontro, si stringe sempre la mano all’avversario ed al giudice di sedia – pensando bene di non rivolgere nemmeno uno sguardo a Louise Engzell che, con grande signorilità, ha fatto finta di nulla. Non altrettanto poteva fare però la Federazione internazionale tennis che ha deciso di multarlo per 24 mila dollari. E tutto sommato a Fognini è andata di lusso perchè la sanzione poteva essere ben più pesante, considerato il fatto che non è certo la prima volta che il tennista italiano viene punito per le sue intemperanze. Come dimenticare, ed è solo uno di diversi possibili esempi, quello “zingaro di merda” che, tre anni fa, ad Amburgo, rivolse al giudice di sedia serbo Filip Krajinovic e che la dice lunga anche sulle categorie sociali che albergano nella testa di Fognini?
A questo punto c’è da augurarsi che qualcuno (la moglie? l’allenatore?) abbia il coraggio di mettere Fabio Fognini davanti ai suoi comportamenti e fargli capire che fare sempre e comunque il bad boy sta distruggendo la sua carriera. Insultare, spaccare racchette, battibeccare con giudici ed anche col pubblico è una cosa che se fanno i grandi tennisti viene interpretata come eccentricità; se lo fa il Fognini degli Us Open è la riprova di come campioni lo si è prima nella mente e nei comportamenti e poi in campo, nel gioco.
Il tennis non è uno sport che può essere catalogato tra quelli che trascinano le folle per la loro ricaduta d’orgoglio nazionale. Solo in occasione della coppa Davis e, talvolta, della Federation cup (l’equivalente femminile) il tennis solleva entusiasmi. Ma accade solo raramente. Per quello che gli può interessare, forse a Fognini farebbe bene essere allontanato dal nucleo della Davis, così, solo per fargli capire che non si può perdonare tutto, soprattutto a chi è chiamato a rappresentare l’Italia.

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