Malnutrizione, così i calciatori della Fiorentina "incontrano" il disagio minorile

Era molto scosso Marco Sportiello, portiere della Fiorentina, al termine della visita del percorso esperienziale che Save the children ha allestito a Milano alla Microsoft House.

Marco Sportiello
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16 Ottobre 2017 - 14.36


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“Non ce l’ho fatta a vedere l’ultimo video”: era molto scosso Marco Sportiello, portiere della Fiorentina, al termine della visita del percorso esperienziale che Save the children ha allestito a Milano alla Microsoft House. Insieme a Sportiello, c’erano anche il difensore dei viola Cristiano Biraghi e Patrizia Caccamo, attaccante della squadra femminile. Indossati i visori Hololens, hanno percorso l’itinerario lungo il quale si sperimentano sensazioni quasi reali di contesti di disagio, incontrando virtualmente vittime di guerra, bambini malnutriti, famiglie in fuga da guerre o da calamità naturali. 

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“Il pianto dei bambini è la cosa che mi ha colpito di più”, ha aggiunto Cristiano Biraghi. Da otto anni sulle magliette della Fiorentina, oltre allo sponsor, compare anche il logo di Save the children. La squadra fiorentina ha così sostenuto progetti di salute materno infantile che hanno raggiunto centinaia di migliaia di bambini in Etiopia. “Penso che lo sport possa dare una mano a far conoscere queste situazioni e a dare una mano per salvare tante vite – ha sottolineato Patrizia Caccamo-. Il pensiero che nel 2017 ci siano bambini in quelle condizioni è devastante”.

Il percorso esperienziale è una delle iniziative di Save the children per il rilancio della campagna “Fino all’ultimo bambino”. Solo nel 2016, nel mondo, grazie a questa campagna, l’Organizzazione ha raggiunto 21 milioni di bambini con i suoi programmi di salute e nutrizione. Anche quest’anno è possibile sostenere la campagna attraverso il numero solidale 45544, attivo fino al 5 novembre.

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