Dopo il voto del Parlament della Catalogna la risopsta di Madrid, attesa, è arrivana nel giro di poche ore: destituzione del presidente della Generalitat catalana, Puigdemont, del suo governo e del capo della polizia regionale, oltre allo scioglimento del parlamento autonomo di Barcellona e la convocazione di elezioni anticipate in catalogna il 21 dicembre. Sono queste le misure annunciate dal primo ministro spagnolo Mariano Rajoy in applicazione dell’articolo 155.
Rajoy ha annunciato le misure al termine di un consiglio dei ministri straordinario, che si è tenuto dopo il via libera del Senato all’applicazione dell’articolo 155 in Catalogna. L’annuncio di Rajoy è l’ultimo passo di una giornata drammatica, segnata dal voto del parlamento di Barcellona che ha dichiarato l’indipendenza della repubblica catalana.
Ordinata la chiusura delle delegazioni della Catalogna all’estero
Il governo di Madrid ha ordinato la chiusura delle “ambasciate” – ossia le sedi di rappresentanza – catalane, fatta eccezione per quella di Bruxelles, dopo che il Senato ha autorizzato l’esecutivo ad applicare le misure dell’articolo 155 per restituire legalità in Catalogna. Secondo la pagina web della Generalitat, la Catalogna ha sette delegazioni di rappresentanza all’estero: in Germania, Francia e Svizzera, Regno Unito e Irlanda, Austria, Italia, Unione europea e Stati Uniti.
È stato il premier, Mariano Rajoy, a dare notizia delle misure decise dal suo esecutivo, parlando al palazzo della Moncloa dopo un Consiglio dei ministri straordinario. Ha spiegato che è stata decisa “l’estinzione” di tutte le delegazioni all’estero, fatta eccezione per quella all’Ue. Inoltre, viene chiuso Diplocat, entità pubblica-privata al servizio del Govern per promuovere l’immagine internazionale della Catalogna. Rimosso il direttore della delegazione a Bruxelles, Amadeu Altafaj, così come quello a Madrid, Ferran Mascarell.
