La sua popolarità – si fa per dire – è uguale in tutto il mondo: dove va sono proteste e la gente scende in strada.
E adesso la polizia anti-sommossa ha usato cannoni ad acqua per impedire che centinaia di manifestanti raggiungessero l’ambasciata degli Stati Uniti a Manila per protestare contro l’arrivo del presidente Donald Trump. Le Filippine sono l’ultima tappa del viaggio di Trump in Asia che lo ha portato in Giappone, Corea del Sud, Cina e Vietnam.
“Basta con l’imperialismo”, “Scaricare Trump”, è stato scritto in alcuni dei cartelli in mano ai dimostranti bloccati dalla polizia in tenuta anti-sommossa.
Va detto che il miliardario aveva avuto nei mesi scorsi parole di elogio per il controverso presidente Rodrigo Duterte che, tra le altree cose, ha dato vita a una lotta alla droga utilizzando veri e propri squadroni della morte che hanno già provocato centinaia di omicidi extra-giudiziali. Obama (e molti altri leader e associazioni) aveva protestato contro queste pratiche e i rapporti con Manila erano diventati molto freddi.
Trump è a Manila a Manila per il summit delle nazioni del sud-est asiatico (Asean), ultima sua tappa nella regione.
Manila il presidente Usa incontrerà i leader dell’Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (Asean) e cercherà una distensione nei rapporti col presidente filippino Rodrigo Duterte. Nella capitale presenti anche il premier cinese Li Keqiang, il primo ministro russo Dmitry Medvedev e i leader di Giappone, Canada, Corea del Sud, India, Australia, Nuova Zelanda.
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