La giustizia americana accusa la Turchia: ha riciclato denaro per conto dell'Iran

Le dichiarazioni di ex broker, ora collaboratore di giustizia, svela il disegno di Erdogan per aggirare Teheran ad aggirare l'embargo americano. Rischio sanzioni per sei banche turche

Reza Zarrab
Reza Zarrab
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2 Dicembre 2017 - 10.53


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E’ in corso, davanti ad una corte federale di Manhattan, un processo che potrebbe rendere ancora più problematiche le già difficili relazioni tra Washingotn ed Ankara. Testimone chiave del processo, che potrebbe rivelarsi imbarazzante per il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ed il suo entourage, è l’uomo d’affaro turco-iraniano Reza Zarrab, che ha ammesso d avere pagato tangenti ad esponenti del governo turco. Una deposizione che potrebbe comportare pesanti ripercussioni per sei banche turche, a rischio di pesanti multe da parte della giustizia degli Stati Uniti.
In autunno, il Dipartimento di Giustizia americano ha messo sotto inchiesta diversi cittadini turchi, tra cui ex funzionari di governo e dirigenti del Halkbank, la principale banca pubblica turca, per riciclaggio di denaro in favore di Teheran e di compagnie iraniane, in cambio di miliardi di dollari in tangenti. Due sospetti sono stati arrestati negli Stati Uniti. Il broker Reza Zarrab è stato arrestato dall’FBI a Miami nel marzo 2016; Mehmet Hakan Atilla, vicepresidente di Halkbank, è stato arrestato a New York nel marzo 2017. Al momento, il banchiere è il solo sul banco degli imputati.
Reza Zarrab, infatti, compare ora nel processo nella vesti di ”testimone assistito”, come vengono definiti gli inquisiti che decidono di collaborare con l’autorità giudiziaria, in cambio di immunità e pene meno pesanti. Una collaborazione, quella di Reza, molto imbarazzante per le autorità turche. Uscito dal carcere federale di Manhattan all’inizio di novembre, ora è detenuto in un luogo segreto, sotto la protezione dell’FBI.
L’ex broker, un tempo ben ammanigliato con il governo di Ankara, Zarrab ha affermato che Erdogan, allora primo ministro, aveva dato “istruzioni” per le banche come parte di un vasto schema di riciclaggio, attuato al più alto livello dello Stato turco per aggirare le sanzioni statunitensi imposte all’Iran.

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